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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 21:41.
Via libera della Camera alla proposta di legge sul processo breve, che ora torna al Senato. I voti favorevoli sono stati 314, i contrari 296. L'esame è stato contraddistinto da un duro ostruzionismo di Pd e Idv che ritengono il provvedimento pensato ad hoc per i procedimenti che interessano il premier, Silvio Berlusconi, e in particolare il processo Mills. Essendo stato trasformato completamente il testo, la maggioranza ne ha proposto anche il cambio del nome, da «Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi», a «Disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo».
Le novità principali
A palazzo Madama si era approvato un provvedimento che prevedeva la prescrizione del processo nel caso non si fossero rispettati i tempi previsti dalla legge e cioè tre anni per il primo grado, due per l'appello e un anno e sei mesi per la Cassazione. Alla Camera si è preferito tagliare tutta questa parte. Perciò in caso di procedimenti troppo lenti, il capo dell'ufficio giudiziario farà una semplice "segnalazione" al ministro della Giustizia e al Csm. Il Pm per assumere le proprie determinazioni in ordine all'azione penale avrà poi sei mesi di tempo e non più tre.
Ridotti i tempi di prescrizione
Cuore del provvedimento è diventato, invece, l'articolo 3 quello che ormai è stato ribattezzato come la "prescrizione breve". Si tratta di una norma che di fatto riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati non ancora condannati con sentenza di primo grado. Attualmente, in caso di eventi interruttivi, il termine della prescrizione riprende a decorrere aumentato di un quarto della pena. L'emendamento presentato dal relatore il pidiellino Maurizio Paniz (che ha riscritto il testo) prevede che per gli incensurati questo aumento sia solo di un sesto. Cioè, come sintetizza l'opposizione, si tratta in definitiva di «un bonus» di almeno 8 mesi di tempo: un modo per accelerare di 8 mesi la prescrizione del reato. Che, nel caso del processo Mills, potrebbe comportare la morte del processo già a maggio, invece che nel 2012.
Berlusconi: maggioranza salda, ora avanti come un treno
Soddisfatto per l'approvazione del processo breve e per la tenuta della maggioranza, Silvio Berlusconi, che ha indiato le prossime tappe: avanti come un treno, ora riforma della giustizia e dell'architettura costituzionale.
Bersani: un passo verso l'abisso
Giudizio opposto per il leader del Pd, Pierluigi Bersani: «Il governo nella coscienza degli italiani ha fatto un passo verso l'abisso. Ora sta a noi far comprendere la vergogna di questo provvedimento che dimostra l'assoluto disprezzo verso i problemi veri del paese».
Anm: è una sconfitta per lo Stato
Critiche al provvedimento anche da parte dell'Associazione nazionale magistrati (Anm). Il voto alla Camera per il presidente Luca Palamara «è una sconfitta per lo Stato». «Così si affossa definitivamente il processo», aggiunge il leader del sindacato delle toghe. «Si rinuncia ad accertare l'eventuale responsabilità o innocenza di un imputato e contestualmente - sottolinea ancora Palamara - si nega la giustizia alle vittime di un reato». Duro il giudizio pure del segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini: il taglio della prescrizione per gli incensurati «difficilmente potrà reggere al vaglio di costituzionalità».
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