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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2011 alle ore 09:37.

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Un segnale immediato da inviare in primo luogo alle imprese, così da creare le premesse per un «cambio di marcia» nel rapporto non certo idilliaco tra fisco e contribuenti. È l'imput che i tecnici dell'Agenzia delle Entrate hanno ricevuto dal direttore Attilio Befera, in vista del pacchetto di semplificazioni fiscali che confluirà nel decreto «sviluppo e semplificazioni» in arrivo per metà maggio. In parallelo, uno dei quattro "tavoli" della riforma sulla «sovrapposizione fiscale» presieduto da Mauro Maré, sta setacciando il complesso di detrazioni di cui fruisce la famiglia.

Dalle tabelle inviate nei giorni scorsi dall'Inps, emerge che le voci ammontano in totale a 32 miliardi di euro, di cui circa 6 miliardi per trattamenti familiari e congedi parentali, 12 miliardi per indennità di accompagnamento agli invalidi (civili e ordinari) più 4 miliardi per le indennità agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordomuti. Infine 3 miliardi per i trattamenti di maternità e 3,5 per pensioni e assegni sociali. Vi si aggiungono 700 milioni corrisposti sotto forma di assegni al nucleo familiare.

Fase ricognitiva, che prelude ai futuri interventi. Quanto alle semplificazioni, l'obiettivo è ridurre drasticamente gli adempimenti che, a vario titolo, ostacolano l'attività d'impresa e il lavoro autonomo, fatti salvi - lo ha spiegato lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - alcuni importanti «settori sensibili», come la sicurezza sul lavoro. Si lavora a un'azione di coordinamento e di accorpamento per quel che riguarda sia il meccanismo semiautomatico che fa scattare il controllo, sia il complesso di adempimenti richiesto alle aziende per far fronte alle richieste avanzate dagli ispettori del fisco e non solo. Nulla a che vedere con le verifiche che attengono al controllo erariale vero e proprio, ambito strettamente correlato all'attività di accertamento in chiave di lotta all'evasione. Si tratta in questo caso di far fronte a quella sorta di «oppressione fiscale», cui ha fatto cenno lo stesso Tremonti, che si trasforma in un costo vivo per le imprese.

Operazione di semplificazione da condurre «a costo zero», dunque senza oneri per l'erario ma con beneficio immediato per i contribuenti e il mondo delle imprese. Una prima griglia di interventi potrebbe essere predisposta già nei prossimi giorni, poi si avvierà la fase di «scrematura», in parallelo con il lavoro del tavolo tecnico insediato presso l'Agenzia delle Entrate, cui prendono parte Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) e Confindustria. Sfoltimento che investe l'aspetto peculiare degli adempimenti, spesso a pioggia e privi di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti (fisco, vigili urbani, ispettori del lavoro e delle Asl), con il risultato di una duplicazione esponenziale anche dei moduli richiesti.

Un altro fronte di intervento investe gli adempimenti dei sostituti d'imposta, e quello di alcuni regimi relativi a particolari regimi di tassazione che concorrono alla determinazione del reddito d'impresa. Operazione che, nelle intenzioni di Tremonti, dovrà procedere appunto in parallelo con il lavoro preliminare dei quattro gruppi di studio sulla riforma fiscale.

Rientra in questo quadro anche la complessa operazione di sfoltimento delle «tax exspenditures», vale a dire delle attuali 220 voci (tra sconti, esenzioni, detrazioni e deduzioni) che finiscono per erodono gettito per più di 120 miliardi di euro. La ricognizione preliminare dei quattro gruppi di studio dovrebbe completarsi a fine mese. Poi si tratterà di trarre le fila e cominciare a stendere la griglia dei principi guida da inserire nel disegno di legge delega. Dopo il via libera del Parlamento, partirà la lunga fase di attuazione affidata ai relativi decreti legislativi.

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