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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 07:55.

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Anche le Province arruolate nella lotta all'evasione fiscaleAnche le Province arruolate nella lotta all'evasione fiscale

Nella lotta all'evasione fiscale entreranno anche le Province. L'arruolamento dell'unico livello di governo locale finora escluso dalla caccia al nero fiscale sarà deciso con il Dlgs su «premi e sanzioni», l'ottavo provvedimento attuativo della riforma su cui si è appena riaccesa la discussione in Conferenza Stato-città.

L'impegno dei presidenti di Provincia sarà concentrato sull'evasione dell'Rc Auto; a febbraio l'Antitrust aveva denunciato in Parlamento il fatto che gli aumenti medi nel 2010 (+6,6%) erano stati doppi rispetto al resto d'Europa, e l'Isvap, analizzando il fenomeno, aveva sottolineato il ruolo dell'evasione, che si concentra in alcune Regioni ma secondo l'istituto di vigilanza finisce per far crescere le tariffe in tutt'Italia. Per spezzare il circolo vizioso fra evasione e incremento dei prezzi, l'intenzione del Governo è di impegnare direttamente le amministrazioni locali, girando alle Province una quota del riemerso sulla base degli stessi principi che disciplinano i premi per Comuni e Regioni.

Il Dlgs sul federalismo regionale e provinciale, approvato definitivamente a fine marzo, muove però anche le leve fiscali direttamente in mano ai presidenti. Proprio sull'Rc Auto, già da quest'anno le Province possono ritoccare del 3,5% l'addizionale provinciale (oggi fissa al 12,5%). Questa «libertà fiscale» sarà esercitabile subito dopo la pubblicazione del Dlgs in «Gazzetta Ufficiale», e le decisioni locali avranno effetto 60 giorni dopo la pubblicazione della delibera sul sito dell'ente. La scelta di aumentare o diminuire l'addizionale, naturalmente, dipende dalla salute dei bilanci locali; un'elaborazione dell'associazione Trecentosessanta, il "think tank" che fa capo al vicesegretario del Pd Enrico Letta, ha passato al setaccio i conti provinciali su alcuni indicatori chiave, e mostra una situazione estremamente variegata: le Province calabresi (tranne Reggio), per esempio, hanno un indebitamento doppio rispetto alla media nazionale, e Vibo Valentia primeggia con una spesa di personale pari a 2,5 volte la media. «L'analisi di questi numeri – spiega Marco Stradiotto, senatore Pd e autore dell'indagine – mostra anzitutto una grande confusione istituzionale; per avere un senso, le Province devono contare più di 200mila abitanti e occorre definire una volta per tutte i loro compiti, che devono essere orientati esclusivamente al coordinamento territoriale».

L'altro tema caldo sul fisco provinciale è legato all'abolizione del regime Ipt per gli atti soggetti a Iva, e la loro equiparazione a quelli non Iva. Una misura di questo tipo moltiplicherebbe il conto dell'imposta, molto più elevata per atti non Iva, ma fonti del Governo sostengono che l'intenzione è quella di «riequilibrare progressivamente» il prelievo, con una disciplina unica che non sarà necessariamente quella attuale degli acquisti non Iva. Il compito, comunque, spetta a un decreto dell'Economia, e la partita è ancora aperta.

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