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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 08:00.

Falsi circoli e finte associazioni nel mirino dell'agenzia delle Entrate. Nel 2010 sono stati effettuati 957 controlli su enti non commerciali, che hanno portato all'emersione di 238 milioni di euro di maggiore base imponibile non dichiarata (133 milioni ai fini Ires e 105 milioni ai fini Irap), nonché il mancato pagamento di Iva per 28 milioni di euro. Sono stati effettuati poi 2.200 accertamenti, con un recupero complessivo di imposte per 120 milioni di euro.
L'inasprimento delle verifiche è il risultato della stretta sulle agevolazioni alle associazioni introdotta con il Dl 185/2008 (convertito dalla legge 2/2009): l'articolo 30 subordinava la fruizione dei benefici fiscali su corrispettivi, quote e contributi all'invio di una comunicazione all'agenzia delle Entrate (il modello Eas) con cui gli enti devono autocertificare di possedere i requisiti "qualificanti" previsti dalla legge. Le organizzazioni di volontariato, poi, continuano a essere considerate Onlus di diritto, a patto però che le loro attività commerciali siano solo «marginali».

L'invio del modello Eas alle Entrate con i dati e le informazioni rilevanti ai fini fiscali è stato introdotto, come recitava il Dl 185/08, proprio «al fine di consentire gli opportuni controlli». E la relazione al provvedimento stimava che da queste verifiche arrivasse un maggior gettito di 150 milioni nel 2009, 150 milioni nel 2010 e 300 milioni nel 2011. Le Entrate precisano ora che questa stima «non riguarda soltanto gli incassi generati da attività di controllo ma anche quelli derivanti da un aumento della compliance».
L'invio dei modelli Eas, per le associazioni già esistenti, ha chiuso i battenti il 31 marzo scorso, con la riapertura dei termini concessa dall'ultimo Dl milleproroghe (Dl 225/2010, convertito dalla legge 10/2011): sono 265.733 i modelli ricevuti dall'agenzia (221.297 comunicazioni inviate fino al 31 dicembre 2009, 18.216 inviate dal 1°gennaio 2010 al 28 dicembre 2010 e 26.220 inviate dal 29 dicembre 2010 al 31 marzo 2011, grazie alla proroga).

«I controlli sono stati decisamente intensificati e sono a tappeto», spiega il portavoce del Forum nazionale del Terzo settore Andrea Olivero. «Sembra poi - aggiunge - che la logica alla base delle verifiche non sia sempre quella della collaborazione, che il terzo settore ha avviato con l'agenzia delle Entrate attraverso un tavolo di confronto prima nazionale e ora anche su base locale. È come se l'obiettivo fosse ora quello di trovare le attività commerciali a ogni costo, anche forzando, in qualche caso, l'applicazione della legge».

Il campo su cui più si sta concentrando l'attenzione dell'amministrazione finanziaria, alla ricerca di vere e proprie imprese commerciali dissimulate sotto la forma associativa, è quello delle associazioni sportive dilettantistiche. Le regioni più coinvolte dalle verifiche sono al Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte) e al Centro (Emilia Romagna, Toscana).

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