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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2011 alle ore 08:14.

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La tensione sociale arriva a superare anche le soglie di Equitalia. In varie forme, dalla mobilitazione lanciata da Fli con l'«Equitalia day» alla protesta violenta messa in atto ieri a Torino e Milano a margine delle manifestazioni della Cgil. A Milano, per esempio, alcune decine di giovani appartenenti al movimento «Corsari» e alla «Rete San Precario» hanno fatto irruzione negli uffici di via San Gregorio; il gruppo è entrato con fumogeni in mano urlando slogan contro la società di riscossione di tributi. «Basta con lo strozzinaggio pubblico e con i profitti cumulati sulle spalle dei cittadini».

Equitalia con un comunicato ha condannato fermamente le azioni violente dei partecipanti avvenute presso alcune sedi, frutto anche della tensione accumulata in queste ultime settimane «a causa di dichiarazioni strumentali contro l'attività di una Società pubblica che opera quotidianamente per il Paese». Non sono ammissibili, ha spiegato Equitalia, «forme di protesta svolte in modo aggressivo che, oltre a danneggiare beni della collettività, mettono a repentaglio l'incolumità di contribuenti che si recano in questi uffici per adempiere ai propri doveri di cittadino e quella dei dipendenti di Equitalia che svolgono ogni giorno il proprio lavoro con onestà e professionalità». «Siamo preoccupati da questo clima - ha affermato il Direttore centrale del servizio contribuenti Angelo Coco -. Facciamo il possibile per aiutare i contribuenti in difficoltà. Ma non siamo un ammortizzatore sociale».

«Futuro e Libertà non è in alcun modo coinvolto nelle azioni violente avvenute questa mattina presso alcune sedi Equitalia e denunciate dalla stessa società di riscossione». Lo afferma una nota di Fli, secondo il quale «atti del genere vanno condannati con forza. Ribadiamo la nostra estraneità ai fatti, ricordando che "Equitalia Day" resta una manifestazione pacifica e democratica a difesa del contribuente».

Ma è in Sardegna che si registra la situazione più complessa. Giovedì prossimo, 12 maggio, a Cagliari sono attese in piazza migliaia di persone: imprenditori, pastori, semplici cittadini che aderiscono a "AntiEquitalia", «un movimento sorto in maniera spontanea negli ultimi due mesi - afferma Maddalena Calia di Futuro e Libertà - e che raccoglie tutti coloro che hanno subìto vere e proprie vessazioni da Equitalia. Qui sono centinaia le aziende, soprattutto piccole, che hanno dovuto chiudere perché hanno pagato in ritardo una multa o i versamenti dell'Inps, e questo ha creato a cascata nuova disoccupazione in una terra che è già in gravissima difficoltà».

«Equitalia ha pigiato troppo sull'acceleratore del fisco - ha dichiarato Antonio Cabras, imprenditore alla guida di due cooperative edili - nel Sulcis, 130mila abitanti e 30mila disoccupati, un numero altissimo di aziende è sotto pignoramento, per non dire di coloro i quali non hanno pagato una multa e si sono visti bloccare il conto corrente che magari avevano cointestato con altri familiari. La forza di Equitalia è spaventosa e non ha risconto - aggiunge Cabras - in nessun altro Paese occidentale».

In un video apparso su Youtube, uno dei massimi esponenti del movimento sardo, Fabrizio Fadda, afferma che sono sempre di più coloro i quali non potendosi rivolgere alle banche alimentano il mercato dell'usura. Quella di giovedì nel capoluogo sarà una manifestazione di protesta molto forte in cui verrà chiesto ai politici di impegnarsi nella revoca del mandato a Equitalia. L'appuntamento sarà il prologo alla manifestazione che si terrà a Roma a metà giugno, davanti a Palazzo Chigi.
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