Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 08:10.

My24
Le imprese all'attacco sul SistriLe imprese all'attacco sul Sistri

Un'onda lunga di preoccupazione e la convinzione dell'inevitabilità di una proroga per rivedere l'intero impianto di Sistri. Il mondo delle imprese, all'indomani dell'esito del click day, torna ad analizzare i report di una giornata «tragica» e a chiedere a gran voce una riflessione tecnica seria sui punti di debolezza del tracciamento digitale dei rifiuti, per prendere il tempo necessario perché un sistema nato per la sicurezza e per la semplificazione non si trasformi in un disastro annunciato. L'ipotesi di una proroga – la terza – comunque, almeno a ieri sera, non è contemplata all'orizzonte ministeriale: «Per noi il sistema funziona – dicono all'Ambiente – anche perché abbiamo chiara la natura dei problemi verificati mercoledì sulla linea. Ci rendiamo conto che il debutto sarà arduo, ma siamo certi che in pochi giorni tutto andrà a regime, e per il meglio».

Rassicurazioni che però alla luce delle esperienze del click day raccontate da centinaia di imprenditori, non bastano a placare l'ansia e la frustrazione di chi, oggi, percepisce il Sistri più come un ostacolo al proprio business che un fattore di semplificazione e di competitività. «Penso che un dato meglio di ogni altro spieghi che cosa sta succedendo – dice Alessandro Vardanega, delle Industrie Cotto di Possagno (Tv) –. Oggi, con il software che abbiamo sviluppato in azienda per la gestione dei rifiuti, in 35 secondi completiamo il cerchio della tracciabilità. Con Sistri il giorno dopo il click day (mercoledì abbiamo perso un'intera giornata per nulla), e solo per un movimento di carico, abbiamo impiegato 15 minuti, esclusa l'interfaccia con trasportatore e smaltitore, che non è ancora consentita». La proroga? «Mi sembra il minimo della ragionevolezza – aggiunge Vardanega –. Guardi, qui nessuno discute i principi, tanto è vero che noi il tracciamento digitale lo facciamo già da anni, ma l'operatività: le imprese rischiano di rallentare l'attività per un multiplo di 30, 40 volte rispetto a oggi, non mi sembra ragionevolmente e economicamente sostenibile un "accanimento" su questo Sistri».

Secondo Ercole Tolettini, di Feralpi Group Lonato (siderurgia), «Sistri ha dimostrato di non reggere i collegamenti. Un'azienda come la nostra, che movimenta 50 mezzi al giorno in entrata e uscita, non può permettersi tempi di attesa di 15/20 minuti per operazioni che oggi facciamo in un minuto». Il punto di debolezza vero, secondo Tolettini, è tra l'altro «aver basato un sistema così importante su hardware ridicoli, come sono le chiavette Usb. Si tratta di dispositivi infettabili da virus e che possono quindi guastarsi e non funzionare. Cosa succederà quando una chiavetta è in riparazione? Fermo mezzi? E per quanto? E chi paga?».

Anche per le aziende che trattano Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici, l'orizzonte è a dir poco fosco. «Noi continuiamo a operare con i formulari cartacei – dice Claudio Tedeschi, della Dismeco di Bologna – non c'è alternativa anche perché il problema a oggi è paradossalmente più filosofico che operativo: del Sistri, stando all'esperienza delle 4mila imprese bolognesi affiliate a Confindustria, ancora oggi (ieri, ndr) non funzionava nulla. E purtroppo non è stato possibile nemmeno riuscire a ottenere l'assistenza dal call center. Se questo è lo scenario, non vedo altra via possibile che la proroga».

Ma, come mercoledì, dal Ministero minimizzano: «A mezzogiorno di ieri 10.445 imprese sono riuscite a compiere 12.930 schede di movimentazione. Per noi il sistema funzionerà».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi