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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 08:14.

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Sistri, stop in vista alle sanzioniSistri, stop in vista alle sanzioni

Sono ore decisive per le sorti del Sistri, il sistema di tracciamento digitale dei rifiuti la cui entrata in vigore – il prossimo 1° giugno – ha suscitato fortissime preoccupazioni del mondo imprenditoriale (360mila imprese coinvolte), dopo il test generale di prova dell'11 maggio terminato con risultati pessimi.

L'incontro di giovedì sera nella sede dell'Ambiente tra il ministro Stefania Prestigiacomo e la delegazione delle associazioni imprenditoriali (si veda Il Sole 24 Ore del 20 maggio) potrebbe infatti portare alla luce tra poche ore un'ipotesi di tregua.

A sollevare dubbi e preoccupazione tra le imprese – dove praticamente nessuna tipologia è esentata dalle nuove procedure – è l'effetto diabolico della lentezza ed inefficienza della piattaforma informatica ministeriale (almeno all'esito del click day) unita all'apparato sanzionatorio pronto a scattare tra pochi giorni. Paradossalmente, le aziende coinvolte nel ciclo rifiuti (dalle industrie agli artigiani, passando per la distribuzione e le imprese di servizi) dal 1° giugno rischiano non solo il rallentamento di tutte le operazioni di smaltimento e trasporto, cioè del business, ma anche il carico di sanzioni pesantissime previste dalla nuova normativa. Da qui la pressante richiesta al ministro di uno stop del conto alla rovescia, utile a ripensare la metodologia e la struttura di Sistri, tenendo fermi gli obiettivi – da tutti condivisi – di tracciare la filiera dei rifiuti per combattere l'illegalità e salvaguardare l'ecosistema.

L'ipotesi di una nuova proroga – la terza – però non incontrerebbe il favore del ministero, che invece starebbe lavorando a una diversa ipotesi di mediazione. L'idea dello staff di Stefania Prestigiacomo sarebbe quella di varare il Sistri dal 1°giugno senza altre moratorie, con tutti i problemi ormai noti anche alla centrale operativa dell'Ambiente, ma intervenendo invece sull'apparato sanzionatorio. In particolare i tecnici starebbero studiando la possibilità di introdurre una serie di esimenti per neutralizzare multe e sequestri, ovviamente in tutti i casi in cui la mancata adozione delle procedure Sistri non dipenda da negligenza o da violazioni commesse dagli stessi soggetti obbligati.

Se questo è lo scenario disegnato dall'Ambiente, resta un problema tecnico di non poco rilievo, vista la assoluta ristrettezza dei tempi in vista del 1° giugno. L'ipotesi privilegiata sarebbe quella che prevede l'adozione immediata di un decreto ministeriale, cui affidare appunto l'individuazione delle fattispecie di esenzione. Questa opzione permetterebbe al ministero di non intervenire ancora una volta sul termine che cadrà mercoledì della prossima settimana, mantenendo fermo il debutto di Sistri (dimezzato negli effetti) per il 1° giugno.

Se invece il legislativo non considererà percorribile la strada del decreto "interno", si dovrà valutare la possibilità di affidare a un decreto legge la sospensione mirata delle sanzioni. In questo caso, però, i tempi sarebbero inevitabilmente destinati a slittare in avanti, costringendo l'Esecutivo a intervenire con un'altra proroga di 30 o 60 giorni e spostando il varo di Sistri in piena estate.

Intanto dal mondo politico arriva un'altra iniziativa a favore della proroga. Dopo l'interrogazione del parlamentare Mario Pepe alla Camera, cui il ministro Elio Vito mercoledì aveva risposto picche durante il question time, venerdì il senatore Sergio Divina, presidente della commissione del Senato per il controllo dei prezzi e delle tariffe riguardo il sistema di tracciabilità informatica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, ha chiesto con una nuova interrogazione di far slittare l'entrata in vigore di Sistri «almeno al 2012 e di sospendere le richieste di contributo alle imprese». «Centinaia di migliaia di artigiani – ha aggiunto il senatore – sono stati chiamati, a fine aprile, a pagare una seconda volta per un sistema che non ha mai funzionato. Non v'é dubbio che si debbano avviare le procedure di recupero delle cifre che le imprese hanno ingiustamente pagato nel 2010 e nel 2011, e assieme alle organizzazioni di categoria avviare una profonda revisione dell'intero impianto normativo del Sistri».

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