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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 06:50.

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Resta aperta la caccia a un milione di immobiliResta aperta la caccia a un milione di immobili

Un successo annunciato anche se l'obiettivo finale è ancora davvero arduo. Con la chiusura al 30 aprile della regolarizzazione agevolata delle case fantasma l'agenzia del Territorio ha portato a casa 560.837 unità immobiliari nuove di zecca e recuperate al gettito fiscale Ici, Irpef e delle imposte indirette. Ma ce ne sono più del doppio ancora nascoste. E sono le peggiori.


Alla presentazione dei dati, ieri, a Roma, il direttore dell'agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, si è detta certa di concludere l'operazione entro i primi mesi del 2012. Il termine inizialmente previsto era fine 2011 ma la proroga di quattro mesi per gli accatastamenti spontanei ha reso impossibile il lavoro di accertamento.


I numeri restano impressionanti: 2,28 milioni di appezzamenti (particelle) con fabbricati non risultanti al catasto sono stati individuati con foto aeree, nel corso di un lavoro terminato nel 2008. In questi anni tutti i titolari sono stati avvisati e hanno potuto mettersi in regola. E i dati al 30 aprile 2011 (termine per la regolarizzazione, slittata al 2 maggio per ragioni di festività) parlano di una percentuale di positività piuttosto elevata: su un milione di particelle accertate (meno della metà), su circa il 50% di esse sono stati riscontrati effettivamente fabbricati fantasma. Per un totale di di 560.837 unità immobiliari, con una media di 1,13 per "particella". E una rendita catastale complessiva di 415,5 milioni. Il resto delle particelle ospita edifici in rovina o in costruzione, oppure di nessun rilievo catastale come serre e tettoie, o ancora niente del tutto: teloni e covoni fotografati dall'alto hanno creato l'equivoco. «A volte - ha spiegato Franco Maggio, direttore centrale catasto e cartografia dell'Agenzia - i fabbricati vengono abbattuti prima del sopralluogo per evitare problemi». Secondo Gianni Guerrieri, direttore centrale Omi e servizi estimativi dell'Agenzia, in questa seconda fase i fabbricati veri e propri potrebbero essere di più anche percentualmente perché chi si trovava con fabbricati non di rilievo catastale li ha già segnalati, mettendosi in regola senza costi.


Se proiettiamo i risultati sin qui raggiunti su scala nazionale è possibile prevedere che alla fine le unità immobiliari scovate saranno 1.173.000 e le rendite catastali assommeranno a 868 milioni. Con un possibile gettito Ici (al netto delle abitazioni principali) di 520 milioni. Un piatto interessante per i Comuni, che però dovrebbero mettersi in gioco per cercare una soluzione compatibile con normativa urbanistica per questa seconda tranche di immobili.


I problemi, infatti, cominciano ora. È facile prevedere che gli edifici accatastati al 30 aprile siano in gran parte incompatibili con queste norme. Perché l'unico vero motivo che può aver spinto i proprietari a restare nella clandestinità è il timore dell'abbattimento delll'edificio abusivo. L'Agenzia si è affrettata a specificare che non tutti i fabbricati fantasma sono abusivi né è suo compito questo tipo di rilevazioni. Ma è chiaro che man mano che andranno avanti i sopralluoghi dei funzionari e dei professionisti che hanno stipulato convenzioni con l'Agenzia (geometri, dottori agronomi e forestali, periti agrari e periti industriali) le cose diventeranno sempre più complicate.


Lo stesso direttore Alemanno ha citato più volte, con elegante eufemismo, la presenza di zone «impervie» non tanto dal punto di vista orografico quanto umano e sociale. Ci sono regioni dove non si può andare impunemente in giro a fotografare case, tanto che il direttore ha specificato che i funzionari sono già stati dotati di speciali giubbottini che li rendano ben riconoscibili, in modo da evitare equivoci imbarazzanti o pericolosi.


La storia

01 | LE PREMESSE
Dopo la sanatoria edilizia del 1985 il numero di costruzioni abusive ha ricominciato a crescere

02 | IL CENSIMENTO
Dal confronto tra le abitazioni rilevate nel consimento Istat del 2001 e quelle ufficialmente assoggettate a Ici emergeva una discrepanza: 2,7 milioni «probabilmente abusive»

03 | LA STRETTA
L'idea di ricondurre alla legalità il mattone clandestino risale alla legge 311/2004. Da lì sono partiti i rilievi con foto aeree e la successiva operazione, arrivata ora a metà della fase finale

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