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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 18:03.

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Posta, fax, o email potrebbero essere il passato e Facebook il futuro, per quanto riguarda l'invio di documenti legali tra clienti, avvocati e Tribunali. I Tribunali di Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito hanno iniziato a seguire l'esempio dell'Australia, dove qualche mese fa un avvocato ha inviato una notifica attraverso il social network Facebook, e puntano a sfruttare anche questo mezzo di comunicazione per localizzare e contattare nel minore tempo possibile i destinatari di provvedimenti giudiziari.

Gli Stati Uniti potrebbero essere la prossima giurisdizione a seguire questa linea di pensiero. Che, riassunta, sostiene che inviare notifiche attraverso il social network protegga la privacy di una persona più di un tradizionale lettera o corriere espresso, oltre a garantire la soluzione del caso in un tempo ridotto. Nell'autorizzarne l'uso, il Tribunale australiano aveva infatti definito Facebook un mezzo di comunicazione sicuro, privato e garante della privacy delle parti coivolte. Oltre che veloce e pratico, secondo quando aggiunto da alcuni avvocati specializzati in diritto dei nuovi media. Giudizi, peraltro, opinabili, vista la quantità di casi in Facebook è coinvolto in dibattiti planetari, proteste e inchieste per come tratta la questione privacy.

Il caso australiano riguardava il pignoramento di un immobile nella capitale Canberra, procedimento iniziato nel 2008. In quella occasione, il giudice aveva richiesto l'invio della notifica direttamente all'abitazione dei coniugi proprietari, presso un indirizzo secondario, e via Facebook per essere sicuri della ricezione della stessa. Nel caso australiano, la dimostrazione del successo della comunicazione è stata immediata, e collegata al cambiamento delle impostazioni privacy della coppia. Il creditore è stato in grado di vendere la casa e ricevere il denaro dovuto in poco tempo.

L'esempio è stato seguito in altri Paesi. Lo scorso marzo, riporta Bloomberg, un avvocato ha convinto un Tribunale inglese a seguire un caso di recupero crediti esclusivamente attraverso Facebook, dopo avere dimostrato che le telefonate e i fax non avevano mai raggiunto il destinatario delle notifiche. Anche in questa occasione, il caso è stato risolto. Nonostante, quindi, le polemiche sulla violazione della privacy degli utenti in numerosi Paesi, tra cui gli Stati Uniti stessi, la Corea del Sud e la Germania, Facebook potrebbe trovare quindi una nuova ragione per diventare uno dei mezzi di comunicazione utilizzabili nelle comunicazioni giudiziarie.

Ovviamente restano dei punti da chiarire per quanto riguarda la comunicazione legale attraverso il social network fondato da Mark Zuckerberg. Il più controverso riguarda la prova che la persona a cui vengono inviate le notifiche sia in effetti il reale titolare dell'account e non un profilo omonimo o, peggio, falso. Prova che spetta agli avvocati che vogliono usare il social network senza tuttavia violare alcuna regola.

Non tutti gli utenti, inoltre, utilizzano il sito nello stesso modo e con la stessa frequenza. Un altro rischio potrebbe essere quello di lasciare che la notifica non raggiunga il destinatario in tempi utili.

E mentre il fenomeno, per il momento, resta delimitato ai Paesi anglosassoni, in Inghilterra e negli Stati Uniti già si pensa al prossimo mezzo di comunicazione innovativo da utilizzare per inviare documenti legali e notifiche. Come suggerito da alcuni avvocati, Twitter.

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