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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 19:12.

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Le antenne di Radio Vaticana a Cesano (Ansa)Le antenne di Radio Vaticana a Cesano (Ansa)

Le emissioni di Radio Vaticana superavano ampiamente i limiti di cautela, traducendosi in molestie "permanenti e invasive". E i responsabili dell'emittente non potevano non saperlo. La Corte di Cassazione ha depositato oggi le motivazioni (si legga il testo sul sito di Guida al diritto) della sentenza n. 23262 con cui ha confermato il reato, ormai prescritto, di «getto pericoloso di cose» a carico di due alti prelati responsabili dell'emittente, uno dei quali è deceduto nel 2009.

Via libera al risarcimento
Gli ermellini hanno dato il via libera al risarcimento delle associazioni ambientaliste e degli abitanti di Cesano e di alcune zone limitrofe che si erano costituiti parte civile. La quarta sezione ha sottolineato come i direttori della radio non potevano ignorare che l'eccezionale e ampiamente documentata potenza degli impianti era diventata una permanente fonte di disagio e di paura per gli abitanti di Roma Nord. Timori che gli stessi cittadini avevano espresso al Vaticano con tutti i mezzi possibili: dalle manifestazioni di piazza a una lettera indirizzata allo stesso Pontefice ed evasa dall'Ufficio Vaticano.

La commissione bilaterale ha verificato il pericolo
Contro i porporati ha giocato anche l'istituzione, nel 2000, di una commissione bilaterale tra la Repubblica Italiana e lo Stato città del Vaticano che ha verificato una «oggettiva idoneità al disturbo e alla produzione del pericolo» dimostrata anche da un ordine di allontanamento, del 1987, per i mezzadri dai terreni della Santa Sede dato dal Collegio Pontificio Germanico e Ungarico. Una misura – spiega la Suprema Corte – motivata dal percolo derivante alle persone dall'aumento di intensità delle emissioni della Radio.

Un procedimento esamina il nesso fra casi di leucemia e inquinamento elettromagnetico
A dimostrare la consapevolezza di cardinali e monsignori c'erano inoltre le numerose testimonianze di cittadini che lamentavano disturbi elettrici sugli apparecchi domestici e il crescente timore per i casi di leucemia che si erano verificati nella zona. Morti che sono oggetto di un uno specifico procedimento per accertare l'esistenza di un nesso causale tra l'insorgere della malattia e l'inquinamento elettromagnetico prodotto da Radio Vaticana. La Cassazione chiude ora un'annosa vicenda iniziata nel 2002, quando il Tribunale di Roma, Patti Lateranensi alla mano, dichiarò la sua incompetenza. Un difetto di giurisdizione annullato dai giudici di piazza Cavour.

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