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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 06:42.

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MILANO
«Carneade, chi era costui?». La domanda su cui si arrovellava Don Abbondio ha impegnato 380 anni dopo frotte di aspiranti medici, impegnati nel test d'ingresso all'università nel 2008, che si sono anche dovuti chiedere se il «Temporeggiatore» fosse Quinto Fabio Massimo (corretto) o Publio Cornelio Scipione mentre i loro colleghi di due anni prima si erano dovuti interrogare fra l'altro sull'habeas corpus, l'umiliazione di Canossa e sull'autore dell'Oratio de hominis dignitate (Pico Della Mirandola).
I 200mila studenti che a settembre (dal 5 all'8, a seconda delle facoltà) proveranno a passare il test per medicina, veterinaria o architettura non dovrebbero incontrare ostacoli di questo tipo. Il ripensamento dei test d'ingresso, ultimato in questi giorni dalla commissione ministeriale che ha lavorato al tema, cambia l'impostazione della «cultura generale», che dovrebbe puntare tutto sugli aspetti di logica e comprensione del testo.
L'obiettivo, per completare un'evoluzione che ha mosso i primi passi nel 2010, è chiaro: il test deve essere il più possibile «neutrale» rispetto alla scuola di provenienza, per offrire le stesse chance di partenza a chi viene da licei o istituti tecnici.
Per far questo, occorre abbandonare sia la nozione tradizionale di «cultura», fondata sul "primato" del liceo (classico), che impone di non avere dubbi sul fatto che la Coscienza di Zeno sia un romanzo di Italo Svevo e non la tesi di laurea di Carl Gustav Jung (domanda A5 del test 2008), sia la nozione pop che in passato ha infilato nei test anche domande sulla storia dei Beatles.
Test logici, sillogismi, testi da comprendere saranno dunque i protagonisti indiscussi della prima parte del test, che per il resto non cambia il mix degli ingredienti. Questa parte, seppur rinnovata, dovrebbe continuare a occupare 40 domande a medicina, 20 a veterinaria e 32 ad architettura, mentre il resto sarà dedicato ai temi specialistici con un'articolazione diversa per ogni disciplina.
Nulla cambia, anche per quest'anno, nemmeno sul versante della valutazione, che continuerà a non tenere in considerazione i risultati ottenuti negli ultimi tre anni delle superiori e all'esame di maturità.
L'ingresso del curriculum scolastico nei punteggi del test d'ingresso è previsto da più di tre anni, ma puntualmente il «Milleproroghe» rinvia al futuro la traduzione pratica di questa regola. Il problema, ancora da risolvere, riguarda in particolare le banche dati sui voti di maturità, che registrano solo gli ultimi anni e quindi non contengono i dati degli immatricolati «tardivi», cioè di chi si è diplomato qualche anno fa e prova solo oggi la strada accademica. Si tratta di una tipologia di studenti sempre più diffusa (nel 2010, secondo l'ultimo rapporto AlmaLaurea, solo il 65,7% dei neodiplomati si è presentato subito all'ufficio matricola dell'università, contro il 73,5% del 2004), e che insieme ai diplomati all'estero non sono censiti dai database ministeriali.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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