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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 15:26.

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La targa della Cir davanti alla sede di Milano (Ansa)La targa della Cir davanti alla sede di Milano (Ansa)

Adesso si può proprio dire che quella norma sarebbe servita. La sentenza di secondo grado pronunciata dalla seconda Corte d'appello di Milano è infatti immediatamente esecutiva. Tempo pochi giorni e la maxifideiussione presentata da un pool di banche, che mesi fa aveva convinto i giudici a sospendere la condanna di primo grado a 750 milioni (ora rettificati a 560), potrà essere escussa dalla Cir di Carlo De Benedetti.

Evidentemente la Corte d'appello non ha ritenuto che dall'esecuzione della pronuncia possa derivare un «grave e irreparabile danno» a Fininvest. In caso contrario avrebbero congelato, il codice di procedura civile lo consente, l'operatività della condanna in attesa del verdetto della Cassazione cui la difesa di Silvio Berlusconi ha già preannunciato ricorso. Se invece fosse stata in vigore la tanto contestata disposizione, giudicata però «sacrosanta» dal premier, inserita di soppiatto nelle pieghe della manovra finanziaria, i giudici sarebbero stati obbligati a concedere lo stop permettendo alla holding del capo del Governo di godere di una nuova, ampia, finestra di tempo senza dovere pagare nulla.

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