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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2011 alle ore 07:59.
MILANO. Le pensioni d'oro che saranno sottoposte al contributo di solidarietà saranno tra 50mila e 60mila. Non di più. La manovra che sarà approvata oggi mette infatti nel mirino chi percepisce una pensione che supera i 90mila euro lordi all'anno. Il contributo di perequazione - che si applicherà per un periodo transitorio, dal prossimo agosto al 31 dicembre 2014 - sarà pari al 5% per quanto riguarda la parte che eccede i 90mila euro lordi annui fino a 150mila euro; del 10% per la parte che supera i 150mila euro.
Alla fine a fare la differenza saranno i trattamenti pensionistici integrativi, che nelle precedenti finanziarie non sono stati 'conteggiati', in quanto fiscalmente equiparati ai redditi di lavoro dipendente. Ora contribuiranno anche loro alla determinazione dell'importo complessivo del trattamento: saranno proprio queste entrate a far scattare il contributo del 5-10% sulla pensione. Queste somme, che si aggiungono alla pensione obbligatoria dell'Ago (Assicurazione generale obbligatoria) Inps o a all'assegno dell'Inpdap, adesso andranno a 'contare' e a individuare i pensionati d'oro, sulle cui spalle graverà l'onere dell'intervento.
Qualche esempio: l'applicazione di questa misura farà sì che un pensionato del parastato che percepisce 130mila euro di pensione Inps e 25mila dal fondo integrativo si troverà 5.600 euro lorde all'anno in meno. Un pensionato ex Fondo esattoriale, con 80mila euro di pensioni dell'istituto di previdenza e 40mila euro di integrativo, si vedrà tagliata la pensione di 1.500 euro all'anno lordi. Un ex bancario, con 180mila euro di pensione obbligatoria, e 80mila di trattamento integrativo, pagherà 14mila euro. La trattenuta sarà applicata, in via preventiva e salvo conguaglio, a conclusione dell'anno di riferimento.
In base alle indicazioni contenute nella relazione tecnica al provvedimento, l'applicazione di questa misura porterà maggiori entrate 'lorde' per 150 milioni (18 per il 2011, 44 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014). La stima si fonda su un dato: la quota di spesa relativa alla fascia di trattamenti pensionistici interessati da questa disposizione (fascia superiore a 90mila euro) sarà pari, per il 2012, a circa 800 milioni.
Il contributo di solidarietà non è una novità. La Finanziaria del 2000, ad esempio, lo ha posto a carico delle pensioni superiori ai 145 milioni di lire. La legge 350/03 (Finanziaria 2004) lo ha previsto, nella misura del 3%, sulle pensioni superiori ai 174.183,75 euro. Poi è stata la volta della legge 243/04 (riforma Maroni): 4% sui trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi risultassero complessivamente superiori a 25 volte il minimo. La riforma Prodi-Damiano (legge 247/07) è andata a toccare gli iscritti e i pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) dell'Inps e del Fondo volo.
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