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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011 alle ore 06:41.
Con un mese di ritardo, accumulati dalle parti del ministero dell'Economia, ma alla fine sono arrivati: si tratta di 4,283 miliardi di euro, girati ieri dal ministero dell'Interno ai Comuni delle Regioni ordinarie come debutto delle risorse «federaliste», articolate in compartecipazione Iva e fondo sperimentale di riequilibrio, chiamate a sostituire i trasferimenti statali.
L'annuncio è arrivato ieri dal sottosegretario all'Interno Michelino Davico, ed è stato reso possibile dallo sblocco dei fondi necessari da parte del ministero dell'Economia. L'erogazione dei fondi segna la prima uscita ufficiale delle risorse federaliste, disciplinati nei meccanismi e nel calendario dall'accordo raggiunto nella Conferenza Stato-città del 31 maggio scorso: per seguire il ritmo dei vecchi assegni statali, che arrivavano ai Comuni a febbraio, maggio e ottobre, l'intesa prevedeva il via libera alla prima tranche, pari a due terzi del totale, entro fine giugno, e l'arrivo dell'ultima rata a novembre. I 4,3 miliardi sbloccati ieri sono la tranche prevista per giugno, e sanano un buco di cassa che secondo gli amministratori locali avrebbe messo a rischio il pagamento anche degli stipendi e di altre spese obbligatorie.
Le risorse girate ieri agli enti locali dei territori "ordinari" appartengono a due famiglie: 2,366 miliardi arrivano dal fondo sperimentale di riequilibrio, introdotto dal decreto legislativo sul federalismo municipale per accorciare (nel 2011 annullare) le distanze fra i territori caratterizzati da una diversa capacità fiscale, mentre gli altri 1,917 miliardi riguardano la compartecipazione Iva. A fine 2011, dopo l'ultima tranche in calendario per novembre, in base ai numeri diffusi ieri l'entità delle risorse federaliste girate agli enti locali delle Regioni ordinarie sarà di circa 6,42 miliardi, a cui vanno aggiunti i 2,65 miliardi assegnati a marzo in base alle regole pre-federaliste. Per evitare il solito problema del buco di cassa, nell'attesa dei decreti attuativi, a marzo il Viminale ha erogato la prima rata dei vecchi assegni: chi veniva "privilegiato" dal meccanismo dei trasferimenti erariali si vedrà quindi ridurre le risorse a conguaglio.
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