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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2011 alle ore 08:14.

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MILANO
Messaggio ricevuto. L'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (Avcp) è stata ascoltata da Governo (e Parlamento) a proposito delle Casse previdenziali dei professionisti che dovranno ora applicare il Codice degli appalti. Nella manovra finanziaria (Dl 98/2011, convertito dalla legge 111/2011), l'articolo 32 (comma 12) ha infatti recepito la raccomandazione di Giuseppe Brienza, presidente dell'Authority: in una segnalazione del 15 febbraio scorso, l'Avcp spiegava che «gli enti previdenziali che dispongono di indirette forme di finanziamento pubblico, a motivo della contribuzione obbligatoria (come le Casse, ndr), devono essere qualificati alla stregua di organismi di diritto pubblico». Codice degli appalti, quindi, con tutto ciò che ne consegue (gare, codice identificativo e altro). Brienza chiedeva, inoltre, «un intervento normativo» per evitare ulteriori futuri contenziosi. Da qui l'arrivo dell'articolo 32, comma 12. E ora? Andrea Camporese, presidente dell'Inpgi (la cassa dei giornalisti) e dell'associazione degli enti pensione (Adepp), mercoledì scorso ha dichiarato che «la Finanziaria limita il nostro perimetro; con l'ultima ci è stato imposto di applicare il Codice degli appalti e siamo stati messi sotto la vigilanza Covip». Un provvedimento difficile da digerire.
La strada, comunque, è segnata. C'è già chi ha avviato le prime procedure secondo la nuova normativa. Enpam (medici e dentisti), la più grande Cassa previdenziale per patrimonio (11 miliardi di euro), mercoledì scorso ha ottenuto il primo Cig: è il codice identificativo di gara fornito dal sistema di monitoraggio dell'Avcp, necessario per avviare una procedura finalizzata alla realizzazione di lavori, opere pubbliche o all'acquisizione di servizi e forniture. La gara Enpam riguarda l'acquisto di una licenza di software. Valore: 9mila euro. Una piccola fornitura. E le Casse lamentano proprio per questi casi un allungamento dei tempi e ulteriori farraginosità.
Critico, per esempio, Paolo Saltarelli, presidente della Cassa ragionieri: «Applichiamo da tempo le regole sulla trasparenza degli appalti. Ma le nuove disposizioni impongono certamente un eccesso di burocratizzazione, tempi lunghi e soprattutto costi legali elevati. Dalla stesura del bando all'assistenza nei casi (frequenti) di impugnazione degli atti, per la Cassa l'avvocato inizia a essere un costo aggiuntivo significativo».
Così come si verifica un aumento del lavoro: Enpam starebbe valutando di potenziare con nuove assunzioni il servizio acquisti e appalti.
Nello specifico, il Cig serve solo per una questione di tracciabilità. Infatti il Codice degli appalti, sotto i 40mila euro, consente l'affidamento diretto per servizi e forniture. Sopra tale soglia, invece, scatta la procedura a evidenza pubblica. Non solo. Se si superano i 200mila euro, c'è l'obbligo della gara europea sempre per servizi e forniture.
Anche nell'ambito delle opere pubbliche ci sono diversi obblighi sulla base a determinati tetti di spesa: a proposito di manutenzioni (per esempio le ristrutturazioni di palazzi) fino a 40mila euro è possibile l'affidamento diretto.
Un secondo step è a quota mezzo milione di euro: per lavori di importo pari o superiore a 500mila euro vi è una procedura allargata ad almeno dieci soggetti. Per lavori di importo inferiore a 500mila euro sono sufficienti cinque soggetti. Oltre un milione di euro scatta la gara a evidenza pubblica, che diventa europea quando si superano i 4,9 milioni.
Aumentano, dunque, i vincoli alla discrezionalità degli enti pensione privatizzati. Allo stesso tempo, però, l'applicazione del Codice appalti ha un ruolo fondamentale a garanzia degli iscritti alle Casse che versano, in via obbligatoria, i contributi previdenziali. Quando, per esempio, vi sono dismissioni immobiliari (e le Casse hanno un vasto patrimonio nel mattone) o l'assegnazione di incarichi a gestori di fondi mobiliari, avere un'evidenza attraverso gara pubblica (e tracciabile) è un elemento importante di trasparenza.
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Come è cambiata la disciplina
Il comma 10-ter del decreto legge 162/2008 aveva escluso dagli elenchi degli organismi di diritto pubblico che sono soggetti all'applicazione del Codice sugli appalti le fondazioni e le casse previdenziali dei professionisti
Con l'atto di segnalazione al Governo e al Parlamento del 26 febbraio 2011 l'Authority aveva chiesto un intervento normativo per la corretta qualificazione della natura pubblica degli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie private

Il nuovo articolo 32, comma 12 della manovra stabilisce che l'esclusione dalla disciplina degli appalti di associazioni e fondazioni non si estende ai casi in cui è prevista contribuzione obbligatoria a carico degli iscritti. In sostanza, le Casse previdenziali sono soggete alle disposizioni del Codice dei contratti pubblici come auspicato dall'Authority sui contratti pubblici

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