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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 17:07.

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Il Sistri, che tanti problemi aveva creato al suo arrivo, se ne va, «ma i costi per le imprese rimangono». E la Cna di Modena sta lavorando a un'azione per il risarcimento. Nella provincia emiliana Cna stima si brucino due milioni per spese «inutilmente sostenute dagli imprenditori», circa 450 euro per ogni autotrasportatore e 150 euro per le aziende manifatturiere.

Il sistema di tracciabilità dei rifiuti che sarebbe dovuto entrare progressivamente in vigore a partire dal 1 settembre, sin dai primi passi ha avuto in Cna uno dei suoi critici più attivi. «E non certo per le finalità, assolutamente condivisibili - si legge in una nota - piuttosto per le procedure fissate dal ministero». Si tratta di «modalità complicate e macchinose, tempi compressi, costi elevati per le imprese, soprattutto quelle più piccole».

Ora la sua cancellazione non tiene conto però dei costi già sostenuti dalle imprese. Costi diretti, accusa la cna, sostenuti ad esempio dalle imprese di trasporto per i contributi versati, per l'installazione delle cosiddette black box (le centraline da installarsi sui camion), per il traffico telematico dei dati e per il necessario aggiornamento professionale. Ma anche costi indiretti per le aziende che si sono date una nuova metodologia per la gestione dei rifiuti. Non sarà tanto, aggiunge la nota, ma «si somma allo stillicidio di tasse, balzelli e spese varie versate a sostenere il peso morto dell'inefficienza».

Fita, l'associazione degli autotrasportatori di Cna, sta già studiando come predisporre un'azione per il risarcimento delle somme pagate e per questo invita gli associati a rivolgersi ai propri uffici. Ma rimane aperto anche il problema della lotta alle ecomafie, chiude la nota.

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