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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 17:28.

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Rabbia, incredulità, amarezza. Sul sito del Sole oggi si è abbattuta una valanga di centinaia di commenti sul blitz di lunedì sera sulle pensioni. Concentrati, com'è ovvio, sulla stretta relativa agli anni di studio universitario e servizio militare ai fini del requisito dei 40 anni di servizio. «Ho dovuto interrompere il lavoro fisso per fare il militare - si sfoga Maurizio - avrei preferito lavorare anzichè farlo. Adesso per averlo dovuto fare, vengo ancora penalizzato». E Alvise, un altro lettore, attacca: «Ho fatto 12 mesi di servizio militare "obbligatorio", ho riscattato 6 anni del corso di laurea e dopo tanti anni questi loschi individui vorrebbero annullare tutto...». Carla puntualizza: «Nei primi anni '90 ho versato ben 20 milioni di lire (+ 2 mln di interessi) per riscattare 4 anni di università: noi donne a parità di anni pagavamo più dei colleghi maschi, per via del diritto di andare in pensione prima (....!!!!). Neo-assunta, vivevo fuori casa: la spesa del riscatto mi è costata grandi sacrifici, che sono ora vanificati perché chi ci governa non vuole smussare i redditi ricchi e ricchissimi».

Qualche consiglio
L'unico consiglio possibile che si può dare è aspettare che le carte siano messe effettivamente sul tavolo. Le novità annunciate ieri, infatti, devono essere formalizzate da uno degli emendamenti che verranno apportati in Commissione Bilancio al Senato nei prossimi giorni.
Ricordiamo che il blitz, nella sua formulazione attuale, riguarda il pensionamento di anzianità per via del solo canale contributivo con 40 anni effettivi di servizio. Le nuove regole non dovrebbero quindi valere per chi va in pensione con il sistema retributivo (chi aveva più di 18 anni di contributi nel 1995).

Gli anni collegati alla laurea e al servizio militare continueranno peraltro a essere validi ai fini del calcolo dell'importo dell'assegno: in pratica il lavoratore andrebbe in pensione dopo 40 anni di lavoro ma l'assegno gli verrebbe calcolato su tutti i contributi versati (44 anni per un normale corso di laurea). Il riscatto degli anni di laurea (quasi sempre molto costoso) e il periodo di servizio militare, in altre parole, resterebbero validi ai fini del calcolo della pensione.

Verrebbero risparmiati dalle novità anche coloro i quali raggiungono il requisito anagrafico per le tradizionali uscite anticipate, ovvero quelle con il sistema delle "quote", dal 2012 con quota 96 e dal 2013 con quota 97.

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