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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2011 alle ore 08:30.

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Salvo proroghe dell'ultimo minuto, sabato entra in vigore una svolta epocale per amministrazione e contribuenti: diventano immediatamente esecutivi gli avvisi di accertamento relativi a imposte dirette, Iva e Irap dal periodo d'imposta 2007 in poi. In pratica scompare l'iscrizione a ruolo e la successiva cartella di pagamento.

Questa novità si inserisce in una serie di provvedimenti introdotti negli ultimi mesi per contrastare più efficacemente l'evasione fiscale. L'effettiva validità e deterrenza potrà essere valutata solo a posteriori. Ma se questi provvedimenti sono così efficaci come sono stati presentati, perché non sono stati adottati prima? Non è che siano misure finalizzate più a comunicare un rinnovato intento nel contrasto agli illeciti fiscali che a reprimerli veramente?

Prendiamo ad esempio la sanzione della sospensione dall'albo per i professionisti che ripetutamente non emettono fattura. Provvedimenti simili difficilmente potranno trovare concreta applicazione. Sarebbe sufficiente al "professionista evasore" concentrare le omesse fatturazioni nell'arco della stessa giornata per eludere il nuovo provvedimento. Per non rischiare, poi, basterebbe evadere le imposte dovute non omettendo le fatture, ma gonfiando artificiosamente i costi. Anche così si eluderebbe la sospensione dall'albo.

C'è poi da segnalare l'ulteriore inasprimento sugli studi di settore (in quasi ogni provvedimento anti-evasione degli ultimi anni c'è una norma che rivede il regime degli studi). Per chi sbaglia il modello ora si aprirà, nella maggior parte dei casi, la via dell'accertamento induttivo. Anche in questo caso si rischia che a farne le spese non siano gli evasori ma chi sbaglia, in buona fede, la compilazione del modello (diventato di anno in anno sempre più complesso anche se le istruzioni restano sempre le stesse).

Né vanno dimenticate le norme del decreto Sviluppo (varate tra maggio e inizio luglio) che avrebbero dovuto aumentare i diritti dei contribuenti: l'estensione dello Statuto ai controlli previdenziali, la diminuzione della durata delle verifiche, l'impossibilità di richiedere al contribuente documenti già in possesso degli uffici. Che fine hanno fatto i provvedimenti attuativi? Sembra quasi (considerati i contenuti restrittivi dell'ultima manovra) che una seria lotta all'evasione sia quasi inconciliabile con il rispetto dei diritti dei contribuenti.

Il pericolo vero è uno solo. Una volta cessato l'effetto annuncio, tutti questi provvedimenti come quelli del recente passato (anch'essi presentati come la panacea per il recupero delle imposte non versate) rischiano di generare ulteriore "fiducia" negli evasori sulle reali capacità del fisco di contrastare adeguatamente chi non paga le tasse e, allo stesso tempo, "sfiducia" negli incolpevoli che cadranno nelle maglie degli accertamenti esecutivi o degli studi di settore.

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TAG: Fisco

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