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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 08:15.

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Il redditometro dal prossimo anno imbarcherà anche i dati dei rapporti finanziari. La versione definitiva del nuovo strumento di calcolo dei redditi «presunti» dei contribuenti sulla base delle spese effettuate sarà presentata a metà ottobre alle categorie, dopo di che sarà disponibile per i contribuenti il software per calcolare la correttezza della propria situazione fiscale. Intanto, sempre a metà ottobre, arriverà all'assemblea di Montecitorio il progetto di riforma fiscale.

Il calendario è emerso ieri dal convegno sui 150 anni del Fisco unitario organizzato a L'Aquila dalla direzione regionale Abruzzo dell'agenzia delle Entrate.

I dati finanziari ai quali l'agenzia ormai può accedere non sono più limitati ai soli "estremi" dei conti, ma permettono al Fisco di aprire lo sguardo anche sul mondo del risparmio. In pratica il redditometro sarà un tavolo a tre gambe: redditi, spese e risparmio; una fotografia completa delle disponibilità economiche dei contribuenti e dei loro comportamenti fiscali. E se la gamba del reddito dichiarato è troppo piccola, agli occhi del Fisco il tavolo non starà in piedi (almeno in prima battuta, perché poi ci sono sempre le possibilità di dimostrare la correttezza del proprio operato, secondo le leggi fiscali), e il contribuente si troverà esposto al rischio di accertamenti; suffragati, peraltro, da dati di fatto che anche davanti al giudice fiscale hanno ottime possibilità di tenuta.

I dati che la manovra di Ferragosto metterà a disposizione dell'amministrazione finanziaria per elaborare le liste selettive dei contribuenti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) entrano, infatti, direttamente nella realtà dei conti dei contribuenti, estendendosi anche alle operazioni fuori conto.

Quanto al programma di calcolo a disposizione dei contribuenti, va ricordato che esso non prevede un accesso ai dati in possesso del Fisco, quindi i risultati della proiezione che il contribuente ottiene potrebbero essere differenti da quelli che risultano al Fisco.

Il redditometro, con la capacità di individuazione di situazioni anomale che raggiunge per questa via, può segnare in effetti una novità molto importante, in un panorama che - come emerso nel convegno - nel corso degli anni è rimasto per tanti versi fossilizzato su temi ricorrenti. A 150 anni dall'unità, pur con tutte le differenze, si vede infatti come molti temi fiscali siano rimasti invariati. Il direttore delle Entrate, Attilio Befera, ha ricordato per esempio che negli anni '70 dell'Ottocento vennero pubblicati tre volte i dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti e ora, a quasi un secolo e mezzo, l'argomento torna ancora nel dibattito attuale. Una delle grandi novità nel panorama fiscale italiano, per Befera, però è proprio l'agenzia delle Entrate: «Dalla creazione dell'agenzia e di Equitalia - afferma Befera - l'azione di riduzione dei costi di funzionamento ha portato a disposizione dello Stato un miliardo di euro. Un risultato che si accompagna a quelli sulla lotta all'evasione, in termini di efficacia dell'azione svolta». Un recupero di efficienza sottolineato anche da Marco Di Capua, direttore vicario dell'Agenzia: «Il rapporto tra tributi gestiti e costo della struttura, quando è nata l'agenzia era di 1,5, molto più alto della media degli altri paesi europei. Adesso siamo arrivati a un rapporto che è di 0,77».

Per Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, gli interventi recenti volti a rendere più efficace la lotta all'evasione devono presto inserirsi in un disegno complessivo di riforma fiscale. «Occorre che i risultati che si raggiungono - spiega - non siano regressivi sui comportamenti, specialmente quelli di consumo dei contribuenti. Per questo serve un percorso graduale che segni un cambiamento di mentalità verso le imposte, nella consapevolezza che sarà sempre più difficile non pagarle».

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