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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 18:17.

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Penalisti sono pronti allo sciopero, anche di lunga durata, contro l'immobilismo della maggioranza nel varare le riforme che stanno a cuore all'avvocatura.

L'astensione dalle udienze
Nella seconda giornata del congresso straordinario dell'Unione camere penali a Rimini, c'è aria di guerra. In un clima di scetticismo sulla volontà della classe politica di dare la spinta propulsiva all'ordinamento forense e alla legge costituzionale. «Protesteremo in tutti i modi possibili, sciopero compreso, contro l'assenza di volontà di far arrivare in porto riforme indispensabili come quella dell'ordinamento forense e della giustizia – spiega Spigarelli – sulla riforma costituzionale lo stesso ministro Nitto Palma non ha mai preso una posizione di vero sostegno».

L'inadeguatezza della classe politica
La volontà della maggioranza finisce per avere un valore assoluto proprio sul nuovo ordinamento forense le cui sorti dipendono esclusivamente da questa. Ed è legittimo – secondo i penalisti – avere forti dubbi sull'intenzione del governo di portare a casa la riforma. «I circa cinquecento emendamenti, la maggior parte formulati dalla stessa maggioranza – sostiene Spigarelli - non sarebbero un ostacolo insormontabile per approvare la riforma se solo si volesse».

Ma i penalisti intendono prevenire il danno senza aspettare un fallimento definitivo dello Statuto. «Ci muoveremo prima e in modo forte – annuncia il leader dell'Unione camere penali – contando su una base in sintonia con la giunta». E che la base sia sul piede di guerra non ci sono dubbi, lo dimostra l'ovazione con cui sono state accolte le parole del segretario del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin che invita i penalisti a fare le teste d'ariete. «Siete la cavalleria dell'avvocatura – arringa la platea Mascherin – e vi chiediamo di guidare la marcia verso il rispetto dei diritti». In particolare il segretario del Cnf invita alla mobilitazione per ottenere il nuovo Statuto. «Se la maggioranza vuole può approvare la riforma altrimenti gli avvocati non lo dimenticheranno – "minaccia" Mascherin – e punteranno il dito contro l'inadeguatezza di questa classe politica».

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