Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 10:51.

My24

ROMA. - «Cosa mi aspetto? Un nuovo intervento da 40 miliardi: 25 da subito come correzione dei conti per garantire il pareggio di bilancio, il resto verrà dopo». Massimo Garavaglia, senatore della Lega, ha un privilegio che gli consente di parlare chiaro: essere passato all'opposizione mentre prima in commissione Bilancio battagliava sui provvedimenti del Governo Berlusconi. Provvedimenti che per la verità non hanno centrato l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e quindi eccoci daccapo. «Con uno spread che sfiora ancora i 500 punti e rendimenti che viaggiano sul 7% ecco a cosa servono i 20 miliardi subito. A questo vanno aggiunti gli altri 20 della delega fiscale ma per il momento ne serviranno solo 5». Numeri che Garavaglia userà senza remore verso la "grossa coalizione" Pd-Pdl e che traduce in tre misure «Ici, patrimoniale e più Iva». Dall'altra parte, in quel vasto territorio che è la nuova maggioranza, non viene negata la realtà ma si comincia faticosamente a farci i conti. E a declinarla, però, secondo le proprie inclinazioni politiche e programmatiche.

E così mentre nel Pdl ci si tormenta sulla patrimoniale, a maggior ragione dopo il «no» di Silvio Berlusconi, nel Pd invece si punta proprio su quella tassa. «Rigore, crescita ed equità, sono questi i tre principi enunciati da Monti e se si vorrà attuarli non si potrà evitare una tassa sui grandi patrimoni per trovare le risorse per fare crescita e rigore. Una correzione dei conti è inevitabile e sarà sui 20 miliardi, poi c'è la delega fiscale e sono altri 20». Giovanni Legnini è il senatore del Pd che in commissione Bilancio ha contrastato le manovre del Governo Berlusconi, ma anche fatto passare alcune modifiche sostanziali di quei provvedimenti. E ora come si fa a passare dalla battaglia alla concordia? «La nuova maggioranza non è politica: è piuttosto un concorso di sostegni per arrivare a un obiettivo condiviso. Spero non ci saranno mediazioni inconcludenti ma che metteremo le nostre idee in competizione lasciando al Governo la sintesi». Le parole di Legnini lasciano scoperti i fronti più incandescenti per il Pd: lavoro e pensioni. «Direi che per noi il lavoro lo è più che le pensioni. Credo però che il dualismo del lavoro non si possa affrontare con l'eliminazione dell'articolo 18 ma con l'estensione delle tutele e degli ammortizzatori».

Nel partito di Berlusconi la parola che scotta è invece "patrimoniale" e anche l'aumento dell'Iva. «Rimetteranno l'Ici e rivedranno le rendite catastali: questo a casa mia si chiama patrimoniale, anche se non la chiameranno così. L'art.18? Ho sentito Bersani che diceva che il 95% di aziende ne è privo, quindi filerà tutto liscio». Intanto in attesa delle misure più dure, in Parlamento si cerca la sintonia bipartisan su alcune idee: Enrico La Loggia (Pdl), Linda Lanzillotta (Api), Walter Vitali (Pd), Mario Baldassarri (Fli), Marco Causi (Pd) hanno presentato un documento con una proposta sulle pensioni per estendere il criterio pro-rata a tutti (pure ai vitalizi dei parlamentari) e una patrimoniale per ridurre l'Irpef e il carico contributivo alle imprese sui patrimoni tra il milione e 200mila euro e il milione e mezzo» per un gettito pari a 1 punto di Pil.

IN COMMISSIONE
Legnini (Pd)
«Il lavoro sarà per noi il tema incandescente, più delle pensioni. Per il Pdl il fronte di divisione sarà la patrimoniale. Mercato duale non vuol dire toccare l'art.18»
Garavaglia (Lega)
«Tornerà l'Ici e rivedranno le rendite castali: questa si chiama patrimoniale ma gli cambieranno nome. Pd e Pdl? Obbligati a votare tutto»
Mercoledí 23 Novembre 2011

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi