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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2011 alle ore 06:42.

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Colpevole o innocente? Per il fisco la regola è «colpevole», almeno finché il contribuente non dimostri di essere innocente. Che il fisco ragioni con questa presunzione sembra essere una delle caratteristiche a livello globale.
I responsabili fiscali delle grandi imprese, nei principali mercati del mondo, parlano dello stress provocato da un «comportamento ostile e aggressivo» delle autorità fiscali, chiamate a reperire risorse per tentare di mantenere in equilibrio i bilanci pubblici. L'atteggiamento accomuna anche i Paesi emergenti, come Brasile e Cina. In questo quadro, è prevedibile l'aumento delle controversie, soprattutto su trasfer pricing e tassazione indiretta (Iva), collegate a una legislazione spesso carente quanto a chiarezza.
Il filo rosso delle politiche tributarie è stato ricostruito da Ernst & Young: nel rapporto 2011-2012 su rischio fiscale e controversie ha interrogato, tra luglio e agosto, 541 senior executive dell'area tax e finanza, 100 componenti degli audit committees, insieme con autorità e legislatori fiscali in 18 Paesi.
Le amministrazioni (97%) preannunciano che l'attenzioone sarà indirizzata, in particolar modo, sulle strutture internazionale e alle transazioni cross border; il 57% sottolinea i pericoli collegati al transfer pricing e alla tassazione indiretta. Solo il 35% delle amministrazioni ritiene che la doppia imposizione subirà una diminuzione.
In parallelo, i direttori fiscali nelle compagnie maggiori, quelle con fatturati superiori a cinque miliardi di dollari, sottolineano (75%) il rischio derivante dall'incertezza della legislazione.
L'indeterminatezza nella legislazione fiscale è rilevante, in particolare, per le imprese che hanno sede nei Paesi Bric (il 78% delle compagnie, contro il 67% di tutte le compagnie globali).
Il 78% delle imprese è stata oggetto di richieste relative a una maggiore trasparenza. Per i responsabili fiscali l'impegno dei prossimi anni è già tracciato: il 99% delle compagnie pensa che sarà chiamato sempre più a documentare le proprie scelte fiscali.
La conferma che disclosure and transparency saranno il banco di prova per le imprese arriva dalle amministrazioni, che nel 76% dei casi ritiene crusciali i due fattori, per i prossimi tre anni. La richiesta di maggiore documentazione e trasparenza riguarda, tra l'altro, l'esperienza delle imprese con sede in India e in Cina (rispettivamente 85 e 88%).
«In un contesto sempre più volatile, i tax director – commenta Marco Magenta, tax partner di Ernst & Young – devono diventare sempre più "diplomatici della fiscalità" per rispondere ai maggiori controlli da parte di autorità fiscali, comitati di controllo e media. I governi, sempre più alla ricerca di maggiori entrate, cooperano sempre più per verificare le operazioni internazionali e la documentazione a supporto dell'operato dei contribuenti, cercando nuove strade per rivendicare pretese impositive a livello internazionale. Le aziende diventano sempre più trasparenti in merito alla propria situazione fiscale e devono prepararsi in anticipo a fronteggiare le possibili contestazioni che potrebbero sorgere durante le attività di verifica. Il desiderio comune è senz'altro più certezza e coerenza».
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CONTROLLI PIÙ SEVERI
Le imprese intervistate da Ernst & Young dichiarano, nel 75% dei casi, di aver registrato una crescita nel volume o nell'aggressività dei controlli fiscali
VERIFICHE GLOBALI
Quasi la totalità delle autorità fiscali dichiara di voler aumentare l'attenzione sui rischi fiscali relativi alle strutture internazionali e alle transazioni cross border

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