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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 12:22.

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Paola Severino (LaPresse)Paola Severino (LaPresse)

«Si apre una stagione di sofferenze e privazioni ma anche di rinascita». Il taglio del nastro, del terzo salone della giustizia, tocca al guardasigilli Paola Severino davanti a una platea affollata dagli studenti delle scuole superiori, approdati alla nuova fiera di Roma per visitare gli stand che raccontano il mondo della giustizia. Paola Severino annuncia sacrifici ma fornisce anche la chiave di lettura per accettarli.

L'unica strada per superare gli ostacoli è il dialogo
«Questo è un momento difficile, sia per le istituzioni sia per i cittadini, ed è questa l'occasione per rinnovare l'invito a un dialogo che è la sola strada per superare gli ostacoli – afferma Paola Severino – se riusciremo a spiegare le ragioni dei nostri provvedimenti ce la faremo». Il primo apprezzamento per il programma del governo in materia di giustizia - che ha individuato le priorità nelle carceri, giustizia civile e giurisdizioni come annunciato al Senato e ribadito alla Camera - arriva dal "padrone di casa», il senatore Filippo Berselli. «Condividiamo quanto detto dal ministro Paola Severino nelle audizioni sia nello stile sobrio sia nella sostanza – assicura Berselli – l'impegno è stato, infatti, quello di fare, in questo momento particolare non tutto ma "le riforme possibili". La riforma della giustizia non può essere né di destra né di sinistra – sostiene l'organizzatore del salone – ma deve arrivare nel rispetto dei tempi europei».

Telegramma di Napolitano
Berselli motiva anche la scelta di spostare la kermesse da Rimini, dove si era tenuta nelle precedenti edizioni, a Roma. «A chi mi ha chiesto perché Roma io ho risposto perché Rimini? La capitale è la sede naturale di una manifestazione come questa – dichiara Berselli - perché a Roma c'è il governo, i palazzi delle legge e le alte istituzioni della magistratura, tutti presenti con i loro stand nel salone». Filippo Berselli legge poi il telegramma inviato dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano che vede nel salone «un'importante occasione di incontro tra cittadini e istituzioni e una forma di comunicazione di grande successo per far conoscere il sistema giudiziario». Sulla stessa linea Paola Severino che si compiace, come ex docente universitario e come ministro, di vedere la folla di giovani. «Già nell'allestimento degli stand si vede la passione degli operatori della giustizia che sono al servizio dei cittadini ed è bello vedere tanti giovani perché i valori fondamentali si apprendono da giovani e la giustizia è tra questi – afferma il ministro – ed è un passo importante per prendere le distanze dai disvalori».

Oua e consiglio forense: non consegnare l'avvocatura ai poteri forti
Ad ascoltare il ministro non solo i giovani ma anche i rappresentanti dell'Organismo unitario dell'avvocatura e del Consiglio nazionale forense che hanno scritto al guardasigilli per chiedere un incontro urgente, (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) nella speranza di avere rassicurazioni su un temuto decreto liberalizzazioni e sul futuro della riforma forense. «Abbiamo la necessità di vedere urgentemente il ministro – spiega il segretario del Cnf Andrea Mascherin – per controllare l'attendibilità di preoccupanti voci non controllate. Se davvero l'intenzione fosse quella di consegnare l'avvocatura ai poteri economici forti privando il cittadino del suo diritto alla difesa tecnica, ci sarebbe un passo indietro alla civiltà pre-giuridica. E non lo accetteremo».

Palamara, d'accordo con le priorità annunciate dal ministro
In attesa di un incontro, non ancora fissato, con Paola Severino ci sono anche i magistrati. Pronti a dare il loro contributo per superare la crisi. «I magistrati sono disponibili a formulare proposte, suggerimenti e priorità per raggiungere l'obiettivo che ci è stato posto dall'Europa di abbattere del 20% le pendenze – dichiara, a margine dei lavori, il presidente delle toghe Luca Palamara – siamo d'accordo con le priorità annunciate dal ministro. Il problema delle carceri è drammatico e non può essere risolto con un'amnistia. Anche per quanto riguarda il braccialetto elettronico è necessario valutare costi benefici magari individuando dei progetti pilota». Consapevoli i magistrati che i sacrifici annunciati dal ministro potrebbero comportare dei tagli anche al settore giustizia, ma intendono dire la loro. «Sul tema delle risorse siamo particolarmente sensibili – dice Palamara - ma non vogliamo fare richieste che non possono essere esaudite. Oltre al taglio dei tribunali è necessario pensare anche alla capacità dello Stato di recuperare risorse riordinando il contenzioso a cominciare dalle cause seriali».

Guido Alpa, nelle misure in arrivo nulla che riguardi i professionisti
Una buona notizia al Salone della Giustizia la porrta agli avvocati il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa: «Il ministro della Giustizia Paola Severino mi ha confermato che nelle misure che verranno presentate lunedì non c'è nulla che riguardi i professionisti. Sono dunque destituite di fondamento le voci allarmate sull'abolizione dell'esame di stato per gli avvocati e sulla limitazione delle competenze degli ordini forensi. Continueremo comunque a vigiliare sull'azione del Governo per tutto quello che ci riguarda».

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