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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2011 alle ore 09:54.

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Oltre 700mila immobili scoperti in sei mesiOltre 700mila immobili scoperti in sei mesi

Ce la stanno facendo. Offrendo una sponda imprevista alla manovra Monti, l'agenzia del Territorio sta completando il censimento delle case fantasma, due milioni di "particelle" (cioè terreni) con fabbricati rilevati dalle foto aeree negli anni scorsi e sino a quel momento completamente sconosciuti al Catasto. I risultati a fine novembre parlano di altre 663mila particelle esaminate, che aggiungendosi al 1.065mila accertate entro lo scorso aprile, porta a 1.728mila quelle regolarizzate, su un totale 2.228mila. E l'obiettivo di 760mila particelle entro fine anno diventa raggiungibile. Con un'ipotesi (per ora abbastanza teorica) di almeno 600 milioni di rendite catastali e, grazie alla nuova versione dell'Imu, circa 700 di tasse già nel 2012.

Considerando che circa la metà delle particelle sotto esame risulta effettivamente con fabbricati accatastabili ma che questi contengono in media un paio di unità immobiliari, possiamo parlare di circa 600-650mila unità con rendita catastale presunta scovati in questi ultimi sei mesi di attività dell'Agenzia (che si aggiungono alle altre 900mila in gran parte risultato di dichiarazioni spontanee). L'accelerazione è stata data dalla fine del periodo di autodenuncia, scaduto il 2 maggio 2011. Da quel momento, mobilitando tutte le categorie professionali interessate e coinvolgendo anche la Guardia di Finanza per l'assistenza nelle zone più calde, è andata a scovare gli edifici dei proprietari che ancora non li avevano denunciati. Centinaia di funzionari e impiegati sono andati scorazzando per le campagne d'Italia (dove si trova la stragrande maggioranza delle case fantasma) non sempre ricevendo un'accoglienza benevola. Già, intanto perché sino a quel momento su questi immobili nessuno pagava un euro di Ici o Irpef. Ma soprattutto perché il rischio che siano abusivi è molto alto e può capitare (si veda «Il Sole 24 Ore» del 24 agosto scorso) che dopo la regolarizzazione più o meno forzata i Comuni, automaticamente informati dall'Agenzia, chiedano di togliere di mezzo quello che è, né più né meno, un abuso edilizio.

Certo la speranza di mettere a reddito tutte queste unità immobiliari (a fine operazioni dovrebbero raggiungere i 2 milioni) va tarata con l'ostilità di chi ha costruito un manufatto abusivo. In molti casi c'è la possibilità che i proprietari decidano di togliere di mezzo il fabbricato pur di non entrare nella spirale di tasse e controlli edilizi. Ci sono stati episodi di gabbiotti per gli attrezzi demoliti a mazzate sotto gli occhi di esterrefatti funzionari del Catasto ma certo con edifici più grandi occorrerebbe la dinamite o almeno la forza di un Sansone che abbatta il Tempio abusivo sulla schiena dei filistei fiscali.

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