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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2012 alle ore 13:25.

La crisi si riflette nelle dichiarazioni fiscali delle società, dalle quali risulta un aumento dei contribuenti in perdita. Lo comunica il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia, precisando che nell'anno di imposta 2009 (dichiarazioni 2010-2011), le società in rosso erano il 37% contro il 35% dell'anno precedente.
Reddito medio in calo
Scende il reddito medio dichiarato dalle imprese: nell'anno di imposta 2009 si è attestato a 256.980 euro, in flessione del 6,7% rispetto all'anno precedente. La riduzione maggiore si registra nelle Isole (-17,6%), mentre appare più contenuta nel Nord Ovest (-2,6%).
Si moltiplicano le società in fallimento
La crisi economica può spiegare il forte incremento delle dichiarazioni presentate da società in situazione di fallimento (+61,67%) o estinte (+52,08%).
La situazione di congiuntura negativa si riflette inoltre sulla quota di società in utile, calate di oltre due punti percentuali (ora al 57,9%). Il reddito d'impresa si conferma fortemente concentrato nelle regioni del centro e del nord: nel sud e nelle isole viene dichiarato solo l'8,5% del reddito d'impresa totale.
I "minimi" fanno diminuire le dichiarazioni Irap
Il numero di soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap per l'anno d'imposta 2009 è di 4.882.741 (-3,3% rispetto al 2008). Tale diminuzione, già riscontrata nel 2008, ha interessato prevalentemente le persone fisiche in virtù della crescente adesione al "regime dei minimi" (+23,8% rispetto al 2008), che dal 2012 però è cambiato, e del riconoscimento di ulteriori casistiche di non assoggettabilità all'Irap.
Meno contribuenti soggetti agli "studi"
Il numero dei contribuenti soggetti agli studi di settore diminuisce rispetto all'anno precedente (-0,7%) a causa delle nuove adesioni al regime dei contribuenti minimi (passati da circa 507mila del 2008 a circa 627mila del 2009, pari al +24%). Tutti i settori subiscono una lieve flessione del numero dei contribuenti rispetto all'anno precedente: manifatture -1,4%; servizi -0,4%; professionisti -0,8%; commercio -0,9%.
La "forbice" dei redditi tra congrui e non
Un confronto tra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui evidenzia differenze molto elevate: nel settore dei professionisti si passa da un reddito medio di 77.700 euro dei soggetti congrui a 34.400 euro dei non congrui, nelle manifatture dal reddito di 36.100 euro dei congrui a una perdita di 27.200 per i non congrui, nei servizi da un reddito di 36.000 euro dei congrui a un reddito di 5.000 euro per i non congrui e nel commercio da un reddito di 29.100 euro per i congrui ad una perdita di 900 euro per i non congrui.
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