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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2012 alle ore 07:51.

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Un quarto del reddito perso per strada negli ultimi cinque anni. È il tributo che gli architetti hanno pagato alla crisi. Il mercato di riferimento degli architetti si è drasticamente ridimensionato, seguendo la china imboccata dal settore costruzioni. Anche perché gli invitati al 'tavolo' della progettazione sono cresciuti nel tempo. A parte l'annosa querelle sulla delimitazione delle competenze con geometri e ingegneri, in campo pubblico la crisi ha reso più conflittuale la coabitazione con le grandi società di ingegneria capaci di maggiori economie di scala e quindi più competitive.

A drenare il mercato è anche la vocazione della pubblica amministrazione ad auto-attribuirsi il compito di progettare nel dettaglio gli interventi di trasformazione, gestendo in house l'intero processo di pianificazione delle città.
L'effetto è che i professionisti dell'edilizia sono diventati più «poveri». Tanto che la percentuale di chi ora dichiara un reddito annuo inferiore a 30mila euro è salita al 76% rispetto al 68% rilevato nel 2006. Il mercato insomma si è ristretto, come segnala il Cresme, nel suo ultimo studio sulla professione.

La ricerca è la fotografia dello stato di difficoltà di un intero settore professionale. Rispetto ai 140,7 miliardi di investimenti in costruzioni (-20,8% rispetto al 2006) il mercato potenziale dei servizi di progettazione nel 2011 è sceso a quota 18,1 miliardi (-27,8% sul 2006). Conseguenza? Un architetto oggi può ambire a un mercato potenziale pro-capite di 124.899 euro, ridotto di più di un terzo (-39.5%) rispetto a cinque anni prima e dimezzato (-50,8%) rispetto al 2000. Non stupisce allora che tra il 2006 e il 2011 il reddito medio degli architetti sia sceso da 29mila a poco meno di 22mila euro. «A sopportare le maggior difficoltà ‐ ha sottolineato Lorenzo Bellicini, direttore tecnico dell'istituto di ricerca ‐ sono gli architetti di età compresa tra 30 e 40 anni».

Al calo della domanda si accompagna l'inasprimento delle condizioni di mercato legate alla risicata solvibilità dei clienti e alla difficoltà di reperire credito. L'anno scorso, ha segnalato ieri l'Oice, il valore delle gare per servizi di progettazione è sceso di un altro 4,8% a quota 560 milioni. Quasi inutile poi sottolineare la scarsa attitudine delle amministrazioni a selezionare i progetti tramite i concorsi di architettura. L'anno scorso in Italia ne sono stati pubblicati soltanto 182, mentre in Francia è stato possibile contarne 1.310. Allarme massimo, poi, sul fronte dei ribassi e dei pagamenti.
La media degli sconti sui principali incarichi aggiudicati l'anno scorso ha sfondato il tetto del 40% con punte superiori all'80. Quanto ai pagamenti, ci vogliono 141 giorni di attesa media ‐ rispetto ai 91 del 2006 ‐ perché un professionista si veda saldare una fattura da un'amministrazione.

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