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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2012 alle ore 06:41.

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Il sito di Equitalia è bloccato ma i dati sono salvi. Niente cartelle cancellate in una jacquerie informatica sognata dagli hacker più radicali ma un notevole disservizio per una struttura che gestisce milioni di contribuenti e migliaia di enti creditori. Almeno sino alla tarda mattinata di oggi, ma forse anche a stasera, il web non sarà accessibile.

Nessun problema per i termini di pagamento eventualmente in scadenza, perché dal sito di Equitalia non passa alcuna transazione economica.
Equitalia, quindi, si è autosospesa per 24 ore, constatata l'impossibilità di liberarsi dal flusso anomalo che ha letteralmente itasato il sito, rendendo impossibile l'accesso ai contribuenti.
Non è che l'ultimo degli attacchi che, sotto le forme più svariate, dal vituperio mediatico, alle manifestazioni di piazza, agli attentati anche sanguinosi, cercano di colpire al cuore l'unica struttura in grado di condurre con efficienza la lotta all'evasione fiscale.

L'hackeraggio, del resto, è uno degli strumenti più diffusi non solo da parte di chi spera di mettere sotto ricatto economico aziende e istituzioni grandi e piccole o da parte di chi vuole mettersi alla prova o guadagnare punti nella galassia delle comunità degli hacker. Il fenomeno, infatti, si estende ormai all'idea di protesta condotta su più fronti da chi non ne può più degli strumenti consueti. E non sarebbe la prima volta che dietro un attacco sconsiderato, che nel concreto crea danni solo ai contribuenti, si nasconde una realtà di rabbia contro ingiustizie vere o supposte.
Ma cosa è successo, in realtà?
Il fatto è che il sito non ha retto all'attacco informatico che è arrivato da più fonti e che dura dalla sera di mercoledì. Al punto che Equitalia, dopo aver cercato di respingerlo insieme a Sogei (il gestore del livello informatico), si sarebbe rivolta a Telecom: il problema, a quanto risulta al Sole 24 Ore, è ormai a livello di carrier (cioè dell'operatore di telecomunicazioni che fornisce a terzi la rete di cui si devono servirsi), quindi è stato "tagliato" il collegamento al sito di Equitalia.

Con Sogei sarebbe quindi stata concordata la sospensione di 24 ore, come recita il comunicato ufficiale: «Equitalia informa la propria utenza che, a causa di un attacco di hacker informatici, il sito internet potrebbe non essere accessibile nelle prossime 24 ore. La corretta funzionalità del servizio sarà ripristinata nel più breve tempo possibile. Equitalia si scusa con i contribuenti per gli eventuali disagi».
In questo periodo, anche con l'aiuto dell'Escopost (il servizio a disposizione del dipartimento delle Comunicazioni del ministero delle Infrastrutture per vigilare sulle frequenze radio e sul web) dovrebbe essere arginato l'attacco (che è intasamento del servizio così da non essere disponibili ai contribuenti). Del resto, dicono a Equitalia, sono cose che capitano. E infatti non si contano i precedenti, dal Pentagono e alla Fed in giù (dove, peraltro, gli hacker si erano anche introdotti nel sistema rubando dati riservati).

In questo caso, invece, rassicurano a Equitalia, i dati non sono sono stati raggiunti né sono raggiungibili. E anche se i contorni del danno sono ancora poco definiti, nella speranza che si tratti di un semplice blocco temporaneo, l'ipotesi anche del tutto teorica che la banca dati di Equitalia possa essere violata è allarmante. Del resto, se la sicurezza di siti ben più protetti e cruciali è stata infranta da abilissimi pirati del web, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di lanciare un clamoroso arrembaggio alla corazzata del fisco, non tanto per "liberare" i milioni di "schiavi" delle cartelle esattoriali, distruggendone ogni traccia, e costringendo le istituzioni a ricostruire per anni il debito perduto, ma per commercializzare in modo illecito i dati dei contribuenti.

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