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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 10:08.

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Per ogni amministrazione arriva il principio in base al quale la mancata o ritardata emanazione di un provvedimento, rispetto ai termini previsti, fa scattare una responsabilità disciplinare e contabile nei confronti del dirigente inadempiente. Non solo. In tutte le amministrazione viene individuato, tra le figure apicali, il soggetto cui attribuire «il potere sostitutivo in caso di inerzia» ed è proprio a questo dirigente che i privati, cittadini o imprese, si possono rivolgere. Con lui si potrà concordare la chiusura della pratica burocratica, che ha sforato sui tempi previsti, in un nuovo termine, che deve essere la metà di quello originario. Per garantire la nuova data il dirigente potrà utilizzare le strutture competenti oppure nominando un commissario ad hoc.

Questi dirigenti responsabili della performance dovranno comunicare ogni anno (entro il 30 gennaio) al vertice politico quali sono state le procedure amministrative che hanno sforato sui termini.
Dalla norma sono escluse le procedure amministrative previste per la produzione di atti di natura fiscale e tributaria e, come è stato previsto in tutte le recenti norme di modernizzazione della Pa, le nuove regole e le nuove responsabilità attribuite ai dirigenti dovranno essere garantite «senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica».

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