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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2012 alle ore 08:16.

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MILANO. Crescono i procedimenti definiti e aumentano anche quelli andati a buon fine. Ma la conciliazione stenta a decollare. Anche i dati più recenti forniti dal ministero della Giustizia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in Corte di cassazione fotografano una situazione che non accenna a sbloccarsi.

Dai dati aggiornati a tutto novembre, e quindi a poco più di otto mesi di operatività della mediazione come condizione di procedibilità in numerose materie del contenzioso civile, risulta che, malcontati, sono circa 5.000 i procedimenti che si sono conclusi con un accordo tra le parti. Su un totale, però, di 51.921 iscritti.

Un numero che si ottiene tenendo presente che quelli definiti sono stati 32.685, con una pendenza finale di 19.978. Ma di quelli definiti solo il 30,6% si è concluso con l'accordo delle parti, mentre in tutti gli altri (quasi il 70%) una delle parti non è neppure comparsa preferendo rimanere contumace. È vero che nel 52% dei casi in cui le parti si presentano davanti a un organismo di conciliazione un'intesa si trova. Risultato circa 5.000 accordi.

A sottolineare l'impasse ci sono poi anche le considerazioni del primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, che ha ricordato come «dalle relazioni trasmesse dai presidenti delle corti di appello risulta, pur con l'avvertenza di una valutazione basata su dati iniziali e non consolidati, la constatazione, allo stato, di una scarsa incidenza delle procedure di mediazione sulla deflazione del contenzioso civile. Crediamo che si possa, realisticamente, formulare un giudizio più positivo in relazione all'incremento rilevato nel secondo periodo di rilevamento statistico».

Il più alto numero di iscrizioni ha riguardato controversie in materia di diritti reali (10.383), di locazione (5.886), di contratti bancari (4.757), di contratti assicurativi (4.221), di risarcimento danni da responsabilità medica (3.806). Modeste invece sono state le iscrizioni in relazione a controversie riguardanti patti di famiglia (53). Il maggior numero di definizioni ha riguardato controversie in materia di diritti reali (6.277), di locazione (3.788), di contratti assicurativi (2.825), di contratti bancari (2.724) e di risarcimento danni da responsabilità medica (2.373).

Il numero maggiore di procedimenti pendenti riguarda i diritti reali (4.145), i contratti di locazione (2.117), i contratti bancari (2.095) e il risarcimento danni da responsabilità medica (1.524). Minoritaria poi la partecipazione degli avvocati al procedimento sia in caso di assistenza ai proponenti (16,9%) sia in caso di assistenza agli aderenti (20,5%). Sul punto la tensione è poi destinata a rimanere alta. E le prossime giornate a risultare a loro modo decisive. Perché il ministero, almeno per ora, non molla la presa, ma ha dovuto incassare la decisione dei senatori della commissione Giustizia che hanno affossato la norma del decreto legge con cui si anticipava la sanzione alla parte contumace. Una misura inserita proprio per fare da deterrente alla condotta della parte che neppure si presenta davanti al conciliatore.

Il 6 febbraio, poi, altro passaggio cruciale con l'udienza della Corte costituzionale che dovrà decidere sulla legittimità di passaggi chiave della normativa su questioni sollevate dal Tar del Lazio. Con un verdetto che potrebbe anche arrivare prima del 21 marzo quando dovrà entrare in vigore la seconda tranche della conciliazione obbligatoria con l'estensione al condominio e al risarcimento danni da incidente stradale. Il tutto in attesa che sulla disciplina italiana si pronunci anche la Corte di giustizia europea per i profili di coerenza con le indicazioni dell'Unione europea.

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