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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2012 alle ore 21:24.

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Il ministero dell'Economia ha accolto in extremis, con un comunicato stampa, le richieste degli intermediari e degli stessi risparmiatori: l'imposta sulle attività oggetto di scudo fiscale, regolarizzate o rimpatriate dal 2001 in poi, non dovrà essere versata entro giovedì 16 febbraio, ma sarà richiesta in una data successiva, ancora da definire.

A confermare la proroga, necessaria per il pochissimo tempo lasciato agli intermediari per effettuare i prelievi a carico dei clienti, non è stato quindi un provvedimento , ma un «comunicato legge». Nel quale il ministero stesso segnala che la proroga è stata decisa per tenere conto delle «obiettive difficoltà operative rappresentate dagli intermediari finanziari tenuti al versamento dell'imposta». Le stesse disposizioni attuative dell'agenzia delle Entrate sono state diffuse solo il 14 febbraio e - in assenza di indicazioni - confermavano ancora il termine del 16 febbraio per il pagamento.

Non si sa ancora quale sarà il nuovo termine per versare il 10 per mille (questa l'aliquota fissata per il primo anno di applicazione dalla manovra Monti, contenuta nel decreto legge Salva Italia, n. 201 del 6 dicembre 2011). Il nuovo termine, informa il comunicato, sarà fissato con «il primo provvedimento legislativo utile». Con lo stesso provvedimento - precisa sempre il ministero - sarà disposto che i versamenti non effettuati fino alla data di entrata in vigore della disposizione di proroga non configureranno violazione in materia di versamenti».

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