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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2012 alle ore 07:55.

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Bollo sì, bollo no. In balia di questa incertezza, quella di ieri è stata una giornata di affanno per molti intermediari, vissuta tra lo sconforto e l'amarezza di dover prendere in fretta decisioni che potrebbero rivelarsi sbagliate. La maggior parte degli intermediari ha differenziato i soggetti ancora clienti da chi non lo è più.

«Per i secondi, quando non abbiamo la provvista – spiegano da una grande banca – procediamo immediatamente alla segnalazione». «Questa norma non ha assolutamente valutato le modalità con le quali l'intermediario lavora – esordisce Fabrizio Vedana di Unione Fiduciaria, che ha trascorso la giornata a dare indicazioni a molte banche su tutto il territorio nazionale –. In base al provvedimento di martedì, l'orientamento di molte banche sarà in generale di non versare o di versare solo una cifra simbolica per i clienti che hanno scudato, oppure di versare l'intero solo dove c'è certezza».
Secondo l'esperto il problema sta nella quantificazione dell'imposta straordinaria (comma 12), ovvero se questa va versata solo con riferimento a prelievi e dismissioni fatte nel 2011 oppure intervenuti anche negli anni precedenti. «Prendiamo un cliente che nel 2003 ha scudato 500mila euro e nel 2007 preleva l'intera somma per comprare casa. Non si capisce – afferma Vedana – se su questi 500mila debba pagare l'imposta oppure no. Logicamente sarebbe no».

«Il mercato è molto scettico sulla possibilità di un rinvio – spiega Alfredo Malguzzi, fiscalista che ha trascorso l'intera giornata a correre da un intermediario all'altro –. Quello che segnaliamo è l'ennesimo malcostume italiano: fornire alcuni scarni chiarimenti solo il giorno prima del pagamento. Le banche vogliono pagare ma si devono anche dare i tempi tecnici per procedere. Solo il 14 febbraio sono stati comunicati i codici tributo; tra l'altro è in capo all'intermediario la sanzione per omesso versamento. Stiamo ragionando sull'interpretazione estensiva del ravvedimento operoso ma non è così facile».
In effetti, anche se la questione era nota (l'imposta sui capitali scudati è nel decreto Salva Italia), solo martedì sera è arrivato un comunicato dell'Agenzia con il quale «è stato chiarito che l'imposta va calcolata sull'ammontare delle somme e sul valore di mercato delle attività finanziarie al 6 dicembre 2011, in mancanza, sulla base del valore nominale o di rimborso della stessa attività.

E poi – aggiunge il fiscalista Gabriele Labombarda – in relazione all'imposta straordinaria prevista per i conti secretati qualora i fondi non esistano più, o non c'è più la secretazione e l'intermediario non abbia la provvista, si procede alla segnalazione all'agenzia delle Entrate». Secondo Labombarda l'altra novità è che per il mancato pagamento viene sanzionato il cliente in quanto persona tenuta al pagamento dell'imposta. «Questi, quindi si può fare parte attiva nel contattare l'intermediario per evitare la segnalazione», aggiunge Labombarda. «Sì certo alcuni clienti si fanno parte attiva – aggiunge Giuseppe Marsi, a capo di Schoeder Italia – ma il problema è quanto pagare perché oggetto della tassazione non è quanto dichiarato nella dichiarazione di emersione ma quanto c'è sul conto secretato al 6 di dicembre, compresi tutti i prelievi fatti andando a ritroso. Si tratta di un calcolo complesso».

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