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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 14:19.

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Per il problema annoso della deducibilità dei costi da reato la soluzione potrebbe essere vicina. Il decreto legge sulle semplificazioni fiscali, che dovrebbe essere varato venerdì prossimo dal Consiglio dei ministri, potrebbe, infatti, imbarcare una disposizione destinata a risolvere i conflitti sulla possibilità di portare in deduzione dalle imposte sui redditi quanto è stato speso per compiere un reato.

La soluzione ipotizzata è quella di limitare l'impossibilità di dedurre costi e spese ai casi dei beni o delle prestazioni di servizio che vengono utilizzati direttamente per il compimento di atti che sono qualificabili come delitto non colposo. Questa definizione supererebbe, dunque, quella attuale che esclude, di fatto, quasi sempre la possibilità di portare in deduzione le spese e i costi da reato, fatto salvo l'esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti. Il testo potrebbe portare a rendere scontabili dal reddito, per esempio, i costi legati all'emissione di fatture soggettivamente inesistenti: un passaggio, questo, che avrebbe un grande rilievo. Resta, poi, il fatto che la disposizione, nella versione attuale, non ha carattere interpretativo: di conseguenza non dovrebbe avere la possibilità di incidere sul rilevante contenzioso ancora pendente su questa materia. In realtà, un intervento molto simile a quello che oggi potrebbe confluire nel decreto legge sulla semplificazione fiscale era già stato esaminato nella scorsa estate, ma la soluzione ipotizzata era stata poi accantonata.

Sul tema, poi, potrebbe intervenire nelle prossime settimane anche la Corte costituzionale che è stata chiamata in causa dalla Commissione tributaria regionale di Verona. Questo un anno dopo che una questione sullo stesso tema (sollevata dalla Commissione tributaria provinciale di Terni) è già stata dichiarata inammissibile dalla Corte costituzionale con un'ordinanza del 3 marzo 2011.

Il decreto legge semplificazioni attualmente all'esame del Governo, in ogni caso, si sta avviando a diventare sempre più incisivo (e robusto). Allo stato dovrebbe contenere (si veda anche Il Sole 24 Ore dei giorni scorsi) un pacchetto consistente di disposizioni sull'Imu e sul prelievo in materia di fabbricati. A questo si aggiunge un corposo gruppo di interventi per semplificare il rapporto fra il fisco e il contribuente: si va, per esempio, dalle regole destinate a rendere più facile l'accesso ai regimi agevolati a quelle per evitare una serie di comunicazioni con l'amministrazione alla semplificazione dello spesometro per finire con le modalità più favorevoli per la rateazione dei debiti tributari. Discorso a parte (si veda anche l'articolo riportato sotto e la tabella) per gli acconti Ires. Qui il progetto è quello di ridurre l'acconto dell'1,5% e di spalmarlo non più su due ma su quattro appuntamenti durante l'anno, a partire dal 16 marzo. Resta ancora da capire, però, da quale anno potrebbe partire la novità: se da subito o dal prossimo.

In ogni caso i tempi per l'esame del provvedimento sembrano già scanditi. I tecnici sono al lavoro perché il testo del decreto legge possa arrivare all'esame del pre-consiglio dei ministri già martedì. Data, questa, che lascia presupporre che verrà rispettata la scadenza del varo per venerdì 24 febbraio.

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