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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2012 alle ore 06:49.

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ROMA - La lunga e complessa trattativa con le imprese e le banche si conclude con quattro decreti attuativi e due protocolli per sbloccare una prima tranche dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione. Il piano per rimettere in moto liquidità prevede due binari, anticipo da parte del sistema bancario oppure compensazione con i crediti: daremo carburante «alle nostre imprese che non hanno abbassato la testa di fronte alla crisi» promette il premier Mario Monti stimando in 20-30 miliardi di euro gli arretrati che potrebbero essere sbloccati nel corso del 2012. In conferenza stampa il presidente del Consiglio riconosce che la «complessa operazione di politica economica dei mesi scorsi» ha comportato «oneri anche per le imprese» ma tutto ciò «salvaguardando la loro competitività». Più tardi, intervistato dal Tg2, Monti spiegherà che senza il risanamento il Paese sarebbe «sull'orlo del precipizio», ma ora serve la crescita senza la quale «anche la disciplina di bilancio non è durevole». E su questo, prosegue, «l'Europa dovrà tener conto anche del messaggio del G-8».

L'accordo sullo smaltimento dei debiti della Pa viene considerato un passaggio cruciale in un contesto che, nonostante le previsioni a ribasso dell'Ocse, secondo Monti non delinea «all'orizzonte una nuova manovra per ulteriormente perfezionare un obiettivo raggiungibile di finanza pubblica per il quale l'Europa ci sta elogiando e non solo l'Europa, come ho avuto modo di verificare al G8-G20».

La strategia per lo sviluppo proseguirà con due decreti coordinati dal ministro Corrado Passera – uno su incentivi e imprese, l'altro sulle infrastrutture – e sul ddl per il merito curato direttamente a Palazzo Chigi. La priorità è stata data però allo smobilizzo dei debiti della Pa, un'operazione complicata anche dall'assenza di numeri certi: Passera ha parlato di 150mila aziende che lavorano con la Pa («ma non tutte ovviamente sono in credito») e il viceministro all'Economia Vittorio Grilli ha citato 70 miliardi di euro come stima fornita da Confindustria.

Ad ogni modo, ha aggiunto lo stesso Grilli, il problema è stato affrontato con un meccanismo che non inciderà sul debito pubblico e ulteriori tasselli verranno aggiunti più avanti. Il governo lavorerà nelle prossime settimane a una riforma che renda i pagamenti più rapidi e regolari, spiega, e cercherà «in aggiunta ai circa 6 miliardi che sono stati stanziati nel decreto "cresci Italia", ulteriori spazi di bilancio per aumentare e accelerare il pagamento vero e proprio quando questo non possa essere compensato con i debiti con il fisco». Poi bisognerà cercare le condizioni perché lo stock di debiti non tenda a ricostituirsi in futuro, e per questo – confermano Passera e Grilli – il governo intende recepire la direttiva europea entro l'anno.

Il piano sblocca debiti ha subito acceso il confronto nella maggioranza sulla "paternità" della proposta. Lo stesso Monti del resto, in conferenza stampa, aveva fatto cenno a «un dibattito politico significativo di cui il governo tiene in considerazione le proposte emerse in Parlamento, in particolare quella di Angelino Alfano per la compensazione dei debiti e crediti delle imprese con la Pubblica amministrazione». Il Pd però, con Francesco Boccia, ricorda che «il presidente Monti cita il segretario del Pdl, Alfano, ma recepisce in massima parte la nostra proposta, trasmessa formalmente al ministro Passera qualche settimana fa». «Ora servono meccanismi facili – commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani –: in modo tale che entro l'estate arrivino almeno 7-8 miliardi».

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