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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2012 alle ore 07:21.

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Tutti d'accordo. Almeno sinora. La riforma del condominio esce a pieni voti dal comitato ristretto della commissione Giustizia della Camera per arrivare a una rapida approvazione (il termine per gli emendamenti è il 5 giugno) ed è già calendarizzata a metà giugno in Aula.

È stata fatta un'asciugatura della norma approvata in Senato e sono state cambiate alcune delle disposizioni più controverse, portando novità come le regole per la mediaconciliazione in tema condominiale. Ma dato che la discussione è avvenuta tenendo presente la Pdl concorrente di Lino Duilio, le possibilità di farcela queste volte ci sono. Certo, poi ci sarà il secondo passaggio in Senato.
«Tutto sommato è un testo migliorativo - dice il relatore Salvatore Torrisi, che ha dedicato molte energie per portare a termine il lavoro del comitato ristretto - e introduce l'obbligo della creazione del sito web condominiale, che porterà trasparenza e semplificazione».

In sintesi, la riforma prevede, tra le norme più importanti: l'estensione della disciplina ai supercondominii, la possibilità dei condomini di chiedere all'amministratore la diffida all'uso difforme delle parti comuni, maggioranze più facili per decidere le innovazioni (con casistica più ampia), norme specifiche per installare antenne tv satellitari, pannelli solari e impianti di videosorveglianza, criterio di competenza per il rendiconto condominiale e regole ampie per il controllo dei giustificativi di spesa, la riduzione a solo un terzo dei millesimi (e non delle teste) come maggioranza minima per approvare le delibere in seconda convocazione, il divieto per i creditori di rivalersi sui condomini in regola con i pagamenti delle rate e la solidarietà tra acquirente e venditore dell'appartamento sinché l'amministratore non venga avvisato della vendita, la possibilità di cambiare le tabelle quando le modifiche alterano per almeno il 20% i valori proporzionali dell'edificio, la prededucibilità delle rate condominiali per manutenzione ordinaria e straordinaria.

Scompare, invece, rispetto alla versione licenziata dal Senato, la discussa possibilità di cedere le parti comuni con una delibera a maggioranza (e non all'unanimità) con la «sostituzione», cioè «la modificazione della loro destinazione d'uso, se ne è cessata l'utilità ovvero è altrimenti realizzabile l'interesse comune». Così come è stata cancellata la disposizione che permetteva all'amministratore di accedere alle singole unità immobiliari per verificare eventuali violazioni alle norme sulla sicurezza dell'edificio.
Un discorso a parte merita la figura dell'amministratore, che con la riforma vede completamente ridisegnata la sua professione e le sue responsabilità. Tra l'altro, la Camera ha apportato poche modifiche sostanziali all'impianto del Senato (le più importanti sono evidenziate nell'altro articolo in pagina).

Anzitutto deve prestare una garanzia sotto forma di polizza assicurativa che copra almeno l'importo dell'ultimo bilancio consuntivo del condominio. Poi deve assolutamente far passare tutte somme ricevute sul conto corrente del condominio, che ciascun condomino può visionare. Inoltre vengono elencate molte «gravi irregolarità» che possono causare la sua revoca, legate soprattutto alla mancata trasparenza contabile e alla trascuratezza nella gestione dei crediti condominiali. Da ultimo, la Camera ha inserito l'obbligo (su richiesta dell'assemblea) di attivare un sito web condominiale dove siano consultabili rendiconti e verbali.

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