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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2012 alle ore 08:18.

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Affido del figlio senza conversioniAffido del figlio senza conversioni

ROMA - Se la madre del minore, allevato con un'educazione cattolica, diventa testimone di Geova dopo la separazione, può ottenere l'affidamento del figlio solo se non lo coinvolge nella sua scelta religiosa.

La Corte di cassazione (sentenza 9546) pur ribadendo il diritto dei genitori a indirizzare i figli verso il proprio credo finché non abbiano una propria capacità di discernimento, indica un limite invalicabile a questa facoltà nell'obbligo di garantire la serenità del minore soprattutto in caso di dissidio sul modello da adottare.
Per questo la Corte di cassazione ha respinto il ricorso di una madre separata a cui i giudici di secondo grado avevano affidato il figlio imponendole però di tenerlo lontano dalla "sala del Regno" e di consegnarlo al padre, di religione cattolica, a Natale a Pasqua e in occasione del compleanno.
La Cassazione sottoscrive la decisione dei giudici di seconda istanza, che avevano dato un peso al diritto del bambino, battezzato, di condividere con i compagni modalità di vita comuni fino al momento della separazione dei suoi genitori. Una fase in cui la donna aveva cercato conforto nella nuova fede, restandone conquistata al punto da coinvolgere il figlio che, secondo i periti del Tribunale, viveva «l'angoscia di arrivare al Giudizio senza peccato per poter rinascere nel nuovo regno e di pensare il padre escluso da questa possibilità di salvezza».

Inutile il tentivo della seguace di Geova di far valere una presunta discriminazione ai suoi danni, a causa della religione, rispetto all'ex marito.
In realtà i giudici escludono che il Natale assuma un significato religioso per un bimbo di quattro o cinque anni: si tratta piuttosto di un momento «di intima comunione familiare». Il 25 dicembre va dunque celebrato perchè nel segno della continuità con il passato e allo stesso modo va festeggiato il compleanno, anche se questo non è previsto dai testimoni di Geova.
La Cassazione si schiera in ogni caso contro tutte le forme di indottrinamento precoce e intransigente, riferite a qualunque fede religiosa, che comportano il rischio di compromettere un'evoluzione equilibrata come di sviluppare l'idea di una «figura divina in termini solo persecutori e punitivi, fonte di ansia e angoscia anziché di rassicurazione».

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