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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 10:08.

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Cattive notizie per i contribuenti di otto regioni con deficit sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Piemonte). Dalla settimana prossima, con l'approvazione definitiva da parte della Camera del decreto legge sulla spending review gli abitanti di quelle regioni potrebbero veder aumentata l'addizionale Irpef di 0,6 punti anticipando di un anno quanto già previsto dalle norme sul Federalismo fiscale.

Una facoltà contenuta nell'articolo 16 comma 12-septies del provvedimento sulla spending review e che, secondo il Centro studi della Confesercenti, si aggiunge agli altri due aumenti, quello dell'agosto 2011 che ha consentito ai Comuni di portare al massimo l'addizionale comunale all'Irpef (con un prelievo atteso di 1,7 miliardi di euro) e quello della manovra Salva Italia che ha maggiorato di 0,33 punti l'addizionale regionale Irpef per ulteriori 2,1 miliardi di euro.

Secondo la valutazione della Confesercenti in meno di un anno il peso delle addizionali Irpef è cresciuto di quasi 6 miliardi di euro con un'impennata di oltre il 50% rispetto al 2010, un contributo di quasi mezzo punto alla crescita della pressione fiscale e un onere aggiuntivo di 560 euro a famiglia (+210 euro rispetto al 2010). Aumenti, in particolare, che vanno a colpire soprattutto i territori più poveri contraddistinti da redditi più bassi e da condizioni sociali più disagiate.

Secondo le previsioni, dopo quest'ultimo aumento l'addizionale che graverà, ad esempio, sui contribuenti di Sicilia, Calabria e Molise (2,63%) sarà del 114% in più rispetto all'onere sopportato da trentini, friulani, veneti, valdostani e toscani (1,23%). Per un reddito di 3.000 euro il contribuente calabrese pagherà 789 euro l'anno, ossia 420 euro in più rispetto ai contribuenti delle regioni più virtuose.

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