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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2012 alle ore 06:41.

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Da oggi nuove sanzioni per le persone giuridiche che impiegano cittadini stranieri il cui soggiorno in Italia è irregolare. Entra infatti in vigore il decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109 che amplia i reati presupposto che fanno scattare il regime di responsabilità amministrativa previsto del decreto 231/2001. In base all'articolo 2 di questo provvedimento, la responsabilità prevista dal Dlgs 231/2001 è estesa anche in presenza delle fattispecie penali disciplinate dall'articolo 2, comma 12 bis del testo unico sull'immigrazione.

Il reato
Si tratta, in buona sostanza, delle ipotesi aggravate del reato che riguarda il datore di lavoro che occupa, alle proprie dipendenze, lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero con permesso scaduto – e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo – revocato o annullato.
Le aggravanti, a fronte delle quali scatterà anche la sanzione ex dlgs 231/2001, riguardano le ipotesi in cui i lavoratori occupati:
■ sono in numero superiore a tre;
■ sono minori in età non lavorativa;
■ sono esposti a situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.

Le conseguenze
In presenza dell'accertamento di una di queste violazioni costituenti reato, oltre al procedimento penale cui andrà incontro il datore di lavoro persona fisica (la responsabilità è infatti personale), da oggi troverà applicazione anche una sanzione nei confronti della società da 100 a 200 quote, tenendo presente che il valore di ogni quota varia da un minimo di circa 258 euro a un massimo di circa 1.549 euro, entro il limite di 150mila euro.
È evidente che per un'impresa di piccole e medie dimensioni si tratterà di un onere particolarmente significativo.
Sarà pertanto opportuno assumere tutte le cautele previste onde evitare che, in presenza delle citate violazioni penali nei confronti del datore, anche la società debba corrispondere una sanzione così alta.

Come prevenire
Per prevenire la responsabilità amministrativa e quindi la conseguente irrogazione delle sanzioni è necessario che:
■ gli amministratori abbiano adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati in questione;
■ il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli, nonché di curare il loro aggiornamento sia stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo;
■ le persone abbiano commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione;
■ non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte del predetto organismo.

È opportuno quindi che le società potenzialmente interessate a questa tipologia di violazioni (si pensi, ad esempio, alle imprese edili e manifatturiere), qualora abbiano già predisposto dei modelli organizzativi per prevenire gli altri reati già contemplati dal decreto 231, procedano al più presto ad adeguare questo modello anche al nuovo delitto di impiego di lavoratori stranieri con soggiorno irregolare.
Se invece, ad oggi, non è stato fatto nulla per la prevenzione della responsabilità della società, converrà probabilmente iniziare a riflettere se non sia il caso di provvedervi, soprattutto in presenza di imprese che, per la loro attività, sono obiettivamente a rischio di impiego di cittadini stranieri e pertanto delle conseguenti gravi sanzioni.

Approfondimenti dalle banche dati del Sole 24 ORE

Legge

Decreto legislativo 8 giugno 2001 , n. 231
Gazzetta Ufficiale 19 giugno 2001, n. 140


Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300.

CAPO I. Responsabilità amministrativa dell'ente - SEZIONE I. Principi generali e criteri di attribuzione della responsabilità amministrativa

Periodico

Guida al Lavoro Edizione del 10 febbraio 2012, n. 7 pag. 38

TAG: Reati

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