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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 06:41.

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Scaricare dalla dichiarazione dei redditi gli scontrini ma soprattutto le ricevute delle spese effettuate, da quelle per l'idraulico a quelle per il meccanico: arriva anche in Italia il cosiddetto contrasto di interessi. Stop poi anche alle "cartelle pazze", vale a dire alle cartelle esattoriali sbagliate che sono state recapitate a milioni di contribuenti.

Una giornata ricca dunque quella di ieri che ha visto impegnata la commissione Finanze del Senato prima con il via libera al ddl di delega fiscale e poi con l'approvazione all'unanimità al provvedimento, di iniziativa parlamentare, che prevede l'annullamento automatico delle somme iscritte a ruolo in caso di mancate risposte da parte dell'amministrazione. Ora la palla passa all'Aula e poi alla Camera ma le previsioni ottimistiche sono di ottenere l'ok di Montecitorio all'intero pacchetto entro Natale.

L'obiettivo dell'introduzione del contrasto di interessi è quello di far emergere il "nero"; perciò si partirà in maniera "selettiva", spiega uno dei due relatori, Giuliano Barbolini (Pd), dalle aree di maggior evasione, come quelle legate alla manutenzione della casa o dell'auto. Certo ora toccherà al governo dare attuazione alla cornice predisposta dalla delega.

È invece scontro sull'accorpamento delle agenzie fiscali (le Entrate assorbono il Territorio e le Dogane i Monopoli) in quanto il Governo sarebbe pronto a mettere la questione di fiducia per evitare che succeda quel che ha deliberato la commissione in Senato e cioè che l'accorpamento slitti da dicembre 2012 a giugno 2013. Proprio per evitare lo slittamento il Governo potrebbe presentare oggi in Aula al Senato un maxiemendamento su cui verrà posta la fiducia dopo che il governo, l'altro ieri, era stato battuto in Commissione; in pratica lo stesso film che si era visto in commissione Finanze alla Camera. «La decisone spetta al ministro e al presidente del Consiglio - spiega il sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani - ma è vero che fino ad ora sono pochi i provvedimenti su cui il Governo non ha posto la fiducia», lasciando intendere che il Governo sullo slittamento dell'accorpamento impostato dalla Commissione proprio non vuole cedere. Nulla di nuovo, invece, in fatto di disciplina di abuso del diritto che continua il suo cammino.

Da parte sua Adriano Musi (Pd) ha sottolineato come «Camera e Senato abbiano espresso l'indirizzo di dare priorità alla riforma del catasto senza ostacolarla con inutili forzature sui tempi di accorpamento delle Agenzie. Ci auguriamo che il Governo voglia riflettere sulla questione». Inoltre, ha ha avuto via libera un emendamento del Pd che stabilisce principi e criteri direttivi per il coordinamento con l'attuazione del federalismo fiscale. L'emendamento stabilisce, tra l'altro, il «coordinamento della facoltà di introduzione di addizionali Irpef da parte di Regioni e Comuni, con riferimento alla struttura delle addizionali per scaglioni e aliquote, nonché alla facoltà di introdurre detrazioni, con gli obiettivi di semplificare gli adempimenti da parte dei sostituti d'imposta e di riportare le addizionali a funzioni allocative, riducendone l'impatto distorsivo sulla progressività del sistema come fissato a livello statale». La modifica stabilisce, inoltre, il «coordinamento fra le detrazioni fiscali introdotte dai vari livelli di Governo» e la «previsione di meccanismi compensativi in relazione all'impatto che eventuali modifiche delle soglie di esenzione dell'Irpef nazionale possono esercitare sul gettito delle addizionali».

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