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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2012 alle ore 14:18.

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I parlamentari che hanno partecipato hanno finora svolto un ottimo lavoro e alcuni degli emendamenti sono già stati approvati in Commissione Ambiente alla Camera all'interno del Decreto di modifica del Testo Unico Ambientale.
Riteniamo però che quanto fatto finora non sia ancora sufficiente poiché alcuni elementi della norma rendono sicuramente arduo l'avvio per la quasi totalità dei Comuni.

Sappiamo che sono state avanzate altre richieste di emendamenti sulla base di indicazioni che arrivano ai vari parlamentari e quello che ci preoccupa è la mancanza di un coordinamento politico delle varie proposte che provengono da più parti. Infatti, molte di queste sono già comprese nel nostro documento che è stato presentato sia alle parti politiche che governative e, nonostante ciò, vengono riprese da più parti come se fossero delle novità.
L'obiettivo del nostro gruppo rimane anche quello di eliminare la frammentazione delle proposte e di ricondurre, dopo un'analisi ampia e attenta, a un'unica proposta qualificata le varie istanze provenienti da tutte le realtà interessate all'applicazione della norma. Il risultato ottenuto dal nostro lavoro è stato da tutti apprezzato e ritenuto valido, efficace e sostenibile.

Ci chiediamo perché in presenza di un tale patrimonio di proposte non si faccia un ulteriore sforzo da parte del Legislatore e del Governo (tutti informati del nostro lavoro e tutti coinvolti nei vari passaggi) per dare certezze a quanti aspettano di pianificare le attività per questa ormai imminente partenza della norma.
Chiediamo pertanto a tutti i Comuni, alle Aziende e a coloro che a vario titolo sono coinvolti nell'applicazione di questa norma di partecipare assieme a noi per rendere più ampia possibile la visibilità delle proposte del gruppo e per sensibilizzare maggiormente parte politica e Governo a rivedere alcuni punti dell'attuale norma. A questo scopo l'adesione al nostro gruppo, volontaria, gratuita e solo con la compilazione di una semplice scheda, permette di dar maggior forza e impulso alla nostra attività di promuovere proposte di "buon senso" che rendano applicabile la nuova norma.

Puntiamo ancora su un aspetto che maggiormente porterà ripercussioni negative: la superficie catastale. Quasi nessun Comune dispone infatti della superficie catastale (così come pare non sia facilmente acquisibile dall'Agenzia del territorio) e ci si chiede se non si ritiene di buon senso la proposta di tassare "almeno l'80% della superficie catastale" piuttosto che chiedere, come fa la norma attuale, di tassare esattamente l'80% di essa. Si ha idea delle difficoltà e delle rigidità che porterà questo vincolo all'interno degli uffici comunali? Non sarebbe auspicabile farle svanire con una norma chiara, applicabile, non da interpretare, producendo un efficace e tangibile vantaggio per tutti: Stato, Enti periferici, Aziende e Cittadini?

I Coordinatori del Gruppo Tares

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