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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2012 alle ore 16:28.

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Dare a qualcuno del barbagianni è un reato. Alla Corte di cassazione non piace l'accostamento uomo animale, per questo ha condannato per diffamazione un uomo che aveva definito "babbuino, barbagianni" il vicino di casa, che stava realizzando accanto alla sua abitazione una costruzione, a suo avviso, abusiva. L'offesa era stata ritenuta di scarso rilievo dal giudice di pace che aveva "perdonato" l'identificazione lasciando l'insulto impunito.

La parte offesa aveva deciso però di continuare la via giudiaziaria fino a ottenere soddisfazione, sia dalla Corte d'Appello sia dalla Cassazione. Per la Suprema corte l'espressione utilizzata aveva oggettivamente una valenza denigratoria in quanto assimilando un essere umano a un animale si nega al primo "qualsiesi dignità in un processo di reificazione o comunque di disumanizzazione".

Deve essere però vero, come scriveva George Orwell nella "Fattoria degli animali" che tutti gli animali sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri, perché non sempre il paragone con le bestie risulta sgradito. Nessuno combatterebbe una battaglia a suon di carta bollata se venisse definito una gazzella, un cerbiatto, una pantera o un cigno. Come accaduto a personaggi che si sono distinti nel mondo dello sport o dell'arte per alcune loro caratteristiche.

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