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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 07:27.
È stata chiamata "rivoluzione delle patenti", ma rischia di tradursi in un pasticcio. Almeno nei primi giorni. Le nuove regole devono entrare in vigore sabato prossimo, come programmato dalla Ue e previsto anche nel decreto legislativo del 2011 che le ha recepite in Italia. Solo che quel decreto è sbagliato in alcuni punti e ne è stato fatto uno correttivo, che è pronto ma rischia di non essere pubblicato in tempo. Eppure di tempo ce ne sarebbe stato: la prima versione del decreto correttivo era stata portata in Consiglio dei ministri a maggio 2012. I passaggi parlamentari hanno portato via molti, troppi mesi.
Così il testo è tornato a Palazzo Chigi per essere definitivamente licenziato solo il 22 dicembre. Non solo. Da quel momento, è rimasto nei cassetti della presidenza del Consiglio per tutte le vacanze di Natale, per riapparire solo giovedì 10: finalmente al Quirinale, per la firma del capo dello Stato, arrivata solo mercoledì 16 gennaio. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è stata fissata per venerdì 18 gennaio: appena in tempo per rendere il correttivo conoscibile entro sabato. Ma questo crea comunque problemi.
Infatti, da quanto risulta al Sole 24 Ore, il decreto correttivo dispone l'entrata in vigore per sabato 19 gennaio solo per una parte del suo contenuto. E per un'altra parte dispone l'entrata in vigore differita di 90 giorni. Il resto, quindi, è soggetto alla normale "vacatio legis" e quindi diventa applicabile 15 giorni dopo la pubblicazione (quindi il 2 febbraio).
La conseguenza è una stangata su chi può guidare solo una moto fino a 125 e invece viene a trovato al manubrio di una più "grossa": la parte del decreto correttivo che entrerà in vigore solo il 2 febbraio fissa una sanzione amministrativa di mille euro, mentre il decreto originario (che sarà valido dal 19 gennaio al 1° febbraio) ne prevede una penale di almeno 2.257 euro. Insomma, ci sarà una depenalizzazione dopo pochi giorni. Una situazione classica per invocare davanti al giudice l'applicazione della norma successiva, più favorevole.
Un pasticcio annunciato, che probabilmente consiglierà alle forze dell'ordine molta "prudenza" nel far scattare multe.
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