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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2013 alle ore 08:06.

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Le storie raccontate dalla Guardia di Finanza testimoniano come l'evasione internazionale ormai nasconda operazioni fiscali e triangolazioni particolarmente complesse e sofisticate che il più delle volte vanno anche oltre le più note e classiche frodi carosello.

Se l'archivio informatico tradisce l'evasore
È il caso emerso nel corso di un'operazione condotta dal nucleo di Firenze che si era trovato a investigare su una società del capoluogo toscano che operava nella commercializzazione di borse, valigie ed abbigliamento. A tradire l'apparente fedeltà fiscale del contribuente è stato un archivio informatico da cui è stata ricostruita la reale struttura del gruppo societario. L'attività era infatti gestita da una struttura occulta costituita da 11 società localizzate a Hong Kong e nelle Isole Vergini Britanniche, formalmente intestate a soggetti terzi, ma in realtà gestite dagli amministratori della società italiana. La società veniva utilizzata per allocare in territori a fiscalità privilegiata i profitti frutto dell'attività commerciale svolta in Italia. Il trasferimento all'estero dei redditi e relativi capitali conseguiti in Italia veniva mascherato con il pagamento di provvigioni, compensi per consulenze e royalties che, dopo essere stati trasferiti ad ulteriori società delle Isole Vergini britanniche, venivano utilizzati per effettuare investimenti immobiliari e nei mercati alberghieri e della ristorazione in Florida (USA). Dietro a tutto c'erano sempre gli stessi amministratori della società italiana. Un giro internazionale da cui sono stati segnalati all'agenzia delle Entrate redditi non dichiarati per oltre 686 milioni di euro ed imposte evase per 233 milioni di euro.

Lveraged buy out ad alto rendimento
Altrettanto articolata e complessa l'operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha eseguito 4 verifiche fiscali nei confronti di stabili organizzazioni non dichiarate in Italia di fondi di private equity esteri. Le verifiche hanno dimostrato l'esistenza di stabili organizzazioni "occulte" sul territorio nazionale dei fondi, con la conseguente attrazione a tassazione in Italia dei proventi generati dagli investimenti di tali fondi (circa 900 milioni di euro in totale), spesso attraverso operazioni di leveraged buy out (acquisizione di un'azienda, cosiddetta target, mediante finanziamenti di terzi). Con queste operazioni, spiegano dal Comando Generale, gli oneri del debito necessario per l'acquisto vengono trasferiti sulle società target, tutte società in floride condizioni economiche, che, in questo modo, abbattono il reddito imponibile realizzato in Italia. Nel caso smascherato dalla Gdf meneghina le attività tipiche di gestione del fondo venivano svolte completamente in Italia, da strutture organizzate di uomini e mezzi di una società italiana, e che la realizzazione degli investimenti non rispondeva ad alcuna motivazione economica, ma era finalizzata a conseguire l'unico scopo di convogliare i flussi reddituali in Paesi a fiscalità privilegiata e, in particolare, nell'Isola di Guernsey (Isole del Canale del Regno Unito), attraverso società di partecipazione finanziaria (So.Par.Fi.) di diritto lussemburghese. I fondi hanno aderito integralmente al contenuto del verbale della Guardia di Finanza e hanno versato direttamente nella casse dell'Erario circa 80 milioni di euro tra imposte e sanzioni.

L'esterevizione parla tunisino per "sdoganare" le esenzioni fiscali americane
Dal distretto italiano dell'oro alla Tunisia per beneficiare delle agevolazioni riconosciute dal Fisco americano alle importazioni da Paesi in via di sviluppo. Come dire che le vie dello sconto fiscale sono infinite anche se devono attraversare l'Italia, il mediterraneo per sbarcare in Tunisia e rimbalazare negli Stati Uniti per l'erogazione del bonus. Una triangolazione articolata su cui hanno messo gli occhi i finanzieri di Arezzo nel verificare una società italiana in possesso di partecipazioni di una società con stabilimento produttivo in Tunisia e attiva nella fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria. Dalle verifiche è emerso che la società italiana controllante aveva situato la propria controllata in Tunisia ma solo ed esclusivamente per consentire alla stessa società controllata di poter accedere al mercato americano, grazie alle agevolazioni previste dalla normativa statunitense per le importazioni dai paesi in via di sviluppo. Tra queste, ad esempio, l'esenzione dei dazi doganali all'importazione. Meglio due che uno. Allo sonto statunitense la controllata poteva aggiungere il regime tributario a bassa fiscalità in vigore nel Paese africano (nessuna tassazione del reddito prodotto per i primi 10 anni di attività). Peccato che la documentazione extracontabile abia fatto emergere che la società estera era in realtà integralmente gestita ed amministrata dall'Italia, sempre nella sede della controllante. Un'operazione di esterovestizione che ha portato il Fisco italiano a chiedere il conto alla società del distretto dell'oro per complessivi 150 milioni di euro.

Frutta fresca nel trust
Nel mirino dei finanzieri di Padova sono finiti anche ortaggi e frutta fresca. Ma non tanto per la bonttà e la qualità dei prodotti venduti all'ingrosso da una società padovana, piuttosto per la destinazione dei ricavi ottenuti. Questi ultimi, infatti, venivano trasferiti a un'altra società con un'operazione più elusiva che corrett. In particolare, la società finitasotto la lente delle Fiamme Gialle aveva stipulato un contratto d'affitto di ramo d'azienda in favore di un secondo soggetto, individuato in una società italiana dapprima partecipata interamente da un'altra società inglese, cancellata dal fisco britannico per inattività, e successivamente da un trust e da una società fiduciaria italiana. Poche le ragioni economiche se non de tutto assenti secondo la Gdf su cui poggiava l'operazione che secondo la Gdf puntava esclusivamente a ottenere un illecito risparmio d'imposta. Complessivamente sono stati segnalati all'agenzia delle Entrate redditi non dichiarati per oltre 110 milioni di euro.

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