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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2013 alle ore 06:43.

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Si avvicina la circolare sul redditometro "soft" e le anticipazioni trovano sempre più conferme. In particolare per le spese correnti da attribuire al contribuente, mentre resta un dubbio su una parte importante come quella sugli investimenti (incrementi patrimoniali): dall'agenzia delle Entrate non trapelano dettagli su come sarà applicato il nuovo strumento. Intanto, emergono nuovi dati positivi sull'effetto deflattivo del contenzioso raggiunto con l'obbligo di reclamo-mediazione.
La circolare attuativa del Dm Economia del 24 dicembre 2012 sul redditometro sarà pronta a giorni, verosimilmente la prossima settimana. Ieri a Roma il direttore centrale Accertamento dell'agenzia delle Entrate, Salvatore Lampone, ha confermato (davanti alla platea del convegno «Accertamento tributario e tutela del contribuente», tenutosi a Roma al comando generale della Guardia di finanza) tutte le rassicurazioni trapelate nei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 26 maggio) sul fatto che sulle spese correnti gli indici Istat non verranno utilizzati per selezionare i contribuenti cui applicare il redditometro e che ne sarà lasciato fuori chi è «in condizioni di grande marginalità economica».
Lampone è stato molto cauto sul tema investimenti: si è sostanzialmente limitato a dire che la circolare si manterrà aderente al Dm di dicembre. Questo lascia aperti i dubbi su come verranno valutati i redditi che hanno consentito di effettuare gli investimenti in questione. Cancellata dalle norme attuali sul redditometro la presunzione secondo cui sarebbero sostenuti con il reddito dell'anno e dei quattro precedenti, l'unica agevolazione concessa dal Dm è lo scorporo dal reddito presunto dei disinvestimenti effettuati nell'anno e nei quattro precedenti. Resta però il problema di valutare la situazione di chi non ha disinvestito: in questo caso, si dovrebbe presumere che il contribuente abbia guadagnato in un solo anno tutta la somma necessaria a investire anche in modo ingente e resterebbero poche vie di uscita (come il dimostrare di aver ottenuto un prestito dai genitori o un mutuo). Per questo l'Agenzia sarebbe stata propensa a consentire ancora un calcolo spalmato sull'anno in questione e sui quattro precedenti, ma Lampone ha richiamato solo il tenore letterale delle norme. Ciò lascia aperta l'ipotesi secondo cui il calcolo andrebbe fatto su un solo anno, magari consentendo al contribuente ampi margini di prova contraria.
Il convegno ha confermato i segnali distensivi lanciati dalle Entrate. Il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, ha molto insistito sulla necessità di collaborazione tra fisco e contribuenti. Befera ha anche ribadito che sarebbe sbagliato parlare di incentivi ai funzionari dell'Agenzia in base alle somme da loro accertate nei confronti dei contribuenti.
In questo quadro "disteso" l'Agenzia fa rientrare i risultati positivi della mediazione tributaria, che dal suo debutto nell'aprile dell'anno scorso continua a crescere in modo esponenziale: in poco più di un anno (fino al 30 aprile scorso) sono state 31.494 le controversie che si sono definite grazie al ricorso alla mediazione (su un totale di 51.827 liti che vi potevano fare ricorso). In tutto, da quando è nato questo strumento, che scommette sulla possibilità di contribuenti e amministrazione di trovare un accordo sono state 95mila le istanze presentate. «È stato un successo che avuto un grande impatto su tutto il sistema e sulla conflittualità», ha spiegato ieri Vincenzo Busa, direttore Affari legali e contenzioso dell'agenzia delle Entrate. Insomma, con il Fisco si "litiga" di meno come dimostrano i dati sul numero complessivo dei ricorsi, crollati del 30% in un anno: dai 163.522 del 2011 sono diventati 115.455 nel 2012. Del resto, tentare la mediazione tributaria è obbligatorio per le "piccole" liti. Con benefici evidenti per Fisco e contribuenti. Tanto che ieri, durante il convegno, Paolo Moretti, commercialista e presidente dell'istituto per il governo societario, ha suggerito di alzare il tetto per il ricorso alla mediazione portandolo a 50mila euro. Su questo Busa non si è sbilanciato. Ma ha segnalato come il contenzioso tributario resti ancora troppo alto rispetto ad altri Paesi europei e non ha ecsluso che lo stesso strumento della mediazione possa anche essere «rivisto e migliorato». Netto invece il "no" a un'altra proposta di Moretti, cioè la possibilità di mediare anche prima dell'appello: per Busa lo strumento va utilizzato solo per evitare alla radice il contenzioso, quindi prima del primo grado.
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Le anticipazioni
01|LE RASSICURAZIONI
Il direttore centrale Accertamento delle Entrate, Salvatore Lampone, ha confermato le anticipazioni dei giorni scorsi sul fatto che sulle spese correnti gli indici Istat non verranno utilizzati per selezionare i contribuenti cui applicare il redditometro e che ne sarà lasciato fuori chi è «in condizioni di grande marginalità economica»
02|I DUBBI
Lampone è stato invece più cauto sul tema degli investimenti: si è limitato a dire che la circolare si manterrà aderente al Dm di dicembre. Questo lascia aperti i dubbi su come verranno quantificati i redditi che hanno consentito di effettuare gli investimenti

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