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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2013 alle ore 06:46.

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È stato il giorno della discussione nel merito. Per la sentenza bisognerà aspettare, presumibilmente, almeno un paio di settimane. Davanti alla III sezione del Tar del Lazio, presieduta da Franco Bianchi, ieri a Roma si è svolta la discussione sul ricorso presentato da Claudio Siciliotti e da alcuni consiglieri contro il decreto del ministero della Giustizia del 12 dicembre 2012 che ha annullato le elezioni di ottobre 2012 per il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, vinte di misura dal presidente uscente Siciliotti. Il risultato era stato contestato dalla lista concorrente, guidata da Gerardo Longobardi, per la partecipazioni di due Ordini senza più presidente. A sua volta, la lista Longobardi è stata accusata di non avere i requisiti per partecipare alla competizione elettorale, per non aver rispettato la rappresentanza territoriale.
Ieri le parti hanno confermato le loro argomentazioni. I legali di Sicilotti hanno ribadito che le elezioni non andavano annullate. Quelli di Longobardi hanno difeso l'esecutività del decreto ministeriale che ha annullato il risultato di ottobre, commissariato l'ordine e indetto nuove elezioni. Elezioni non celebrate in seguito all'ordinanza cautelare del 13 marzo del Consiglio di Stato che ha confermato la decisione del mese prima di mantenere il Consiglio nazionale sciolto e commissariato «fino alla definizione del giudizio nel merito con cui il Tar dovrà procedere con assoluta celerità». Un'espressione che aveva lasciato immaginare che si potesse andare a sentenza già ieri al termine della discussione nel merito.
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