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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2013 alle ore 06:50.

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Si avvicina la data del debutto per la nuova geografia giudiziaria e monta la tensione dentro e fuori i tribunali. Ieri sono usciti allo scoperto i sindacati. «La riforma della geografia giudiziaria rischia di gettare la giustizia nel caos organizzativo dal prossimo 14 settembre». Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa esprimono forte preoccupazione dopo l'incontro il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che questa mattina farà il punto al Senato su tutta l'operazione, e preparano la mobilitazione: «il ministro si é dimostrato indisponibile a mettere mano ad una riforma che così com'é non può funzionare e questo anche per l'incapacità e la chiusura a qualsiasi confronto da parte dell'amministrazione. Come diciamo da tempo questa riforma non risolverebbe nessuno dei ritardi strutturali del sistema«.
Poi, sottolineano: «abbiamo chiesto con forza un rinvio funzionale e meramente tecnico del riordino proposto dal governo, ritenuto indispensabile per risolvere i problemi organizzativi. Ma soprattutto abbiamo chiesto di iniziare insieme una seria riorganizzazione dell'amministrazione giudiziaria, segnalando l'attuale inesistenza di un sistema di corrette relazioni sindacali con i vertici amministrativi del ministero, che non siamo più disposti a tollerare».
I sindacati hanno preannunciato al ministro la presentazione di una piattaforma sulla giustizia: «per fare una riforma vera non basta chiudere o riaprire temporaneamente tribunali, non bastano deroghe o provvedimenti improvvisati come quelli che bloccano addirittura la mobilità volontaria distrettuale. Serve un disegno organico che tenga insieme modernizzazione del sistema e valorizzazione delle professionalità del personale giudiziario, già fortemente penalizzato dall'esercizio delle proprie funzioni in condizioni disagiate ed in assenza della corresponsione degli emolumenti dovuti (fua, buoni pasto, straordinari)».
Ancora: «al tavolo del ministro abbiamo portato proposte concrete: un piano di riorganizzazione degli uffici che metta al centro il servizio, aggredisca i nodi veri del problema e che punti sul processo telematico, sulla digitalizzazione, sui programmi di controllo di gestione. E poi che scommetta sulle professionalità interne e su un piano di reclutamento adeguato anche attraverso la copertura delle 8.000 Carenze di organico».
Infine, concludono: «su questi punti nessuna risposta dal ministro, iniziative di protesta già dai prossimi giorni: si inizierà con volantinaggi davanti alle prefetture, ai tribunali dei capoluoghi di provincia ed alle sezioni distaccate per informare cittadini e lavoratori. Le iniziative saranno accompagnate da conferenze stampa indette a livello locale. Manifestazioni regionali in contemporanea davanti alle Corti di appello e alla sede del ministero della giustizia sono previste poi per la giornata del 20 settembre».
E ieri a chiamare in causa Cancellieri sono stati anche i giudici di pace che, per bocca dell'Associazione nazionale giudici di pace, sollecitano il ministro a scongiurare la decadenza dal prossimo gennaio dei giudici in servizio paralizzando di fatto la giustizia onoraria.
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