Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2014 alle ore 12:44.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 16:43.

My24
(Ansa)(Ansa)

La Commissione europea ha presentato il 3 febbraio un chiaro atto d'accusa contro l'abitudine in Italia della corruzione, anche nel settore privato. Secondo la nostra Corte dei Conti i costi diretti di questo fenomeno ammontano ogni anno a 60 miliardi di euro. Almeno «diversi» di questi provengono dai settori dell'edilizia e degli appalti pubblici.
Del fenomeno se ne è occupato Marco Cappelletti nel suo libro «La corruzione nel governo del territorio. Forme, attori e decisioni nella gestione del territorio» edito da Sprint. L'autore, che ha studiato al Politecnico di Milano, dallo stesso mese è assessore all'Urbanistica, Edilizia privata e Attività produttiva presso il comune di Lentate sul Seveso, in provincia di Monza e Brianza.

Nella località lombarda si è tenuto il 31 gennaio l'incontro «Urbanistica ed edilizia. Legalità e pubblica amministrazione». Nello stesso giorno, peraltro, scadeva l'obbligo per gli enti locali di dotarsi di un regolamento contro la corruzione previsto dalla legge 190 del 2012 che ha modificato il codice penale in materia di configurazione dei reati in corruzione e concussione.

L'approvazione, il giorno precedente del piano triennale 2014-16 di prevenzione della corruzione della Regione Lombardia (Ptpc), ha aggiunto un ulteriore elemento di attualità all'incontro (con in allegato il programma triennale per la trasparenza e l'integrità).
Per esempio, ha fatto discutere la norma che impone ai dirigenti di ruolo di ruotare nell'incarico ogni tre anni (comma 10.1). Regola che va applicata anche al personale addetto alle aree a rischio corruzione.

Altra novità (comma 10.5) il divieto, per chi ha lavorato per l'amministrazione pubblica in posizioni autorative o negoziali di lavorare, una volta terminato il rapporto, di trovare un lavoro presso un committente privato con cui ha intrattenuto rapporti. Per le società eventualmente coinvolte è previsto per tre anni il divieto di contrattare con la Pa.

Oppure è prevista la stesura di un regolamento per la disciplina di attività esterne e incarichi vietati al personale entro il 2014 (sostituirà la delibera della giunta regionale 1029/2010). E ancora l'obbligo formativo di tutti i dipendenti proprio su queste tematiche (più un secondo livello per la «prima linea»). Per esempio in Lombardia, organizzati da Eupolis, si sono svolti 17 corsi per un totale di 1.243 partecipanti (in media in aula per 5 ore). Inoltre, viene introdotto l'obbligo di definire delle aree di rischio nel singolo ente, l'istituzione del responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza e la tutela (comma 10.6) di chi segnala illeciti «che addirittura non può essere licenziato».

Quest'ultima è una delle riflessioni, in questo caso ironica, esposte da Walter Mapelli, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Monza che sul Ptpc ha evidenziato ombre e luci insieme all'avvocato Ada Lucia De Cesaris, vicesindaco e assessore del Comune di Milano, all'architetto Carlomaria Nizzola - fino a venerdì dirigente del settore Edilizia del comune di Monza (è passato all'Ambiente) - e allo stesso Marco Cappelletti. Al tavolo anche Stefano Moroni - docente di etica ambientale e diritto urbanistico al Politecnico di Milano -, Maria Agostina Cabiddu, docente di diritto amministrativo nello stesso ateneo e alla Cattolica, e il presidente degli ingegneri della provincia di Monza e Brianza, Piergiorgio Borgonovo, da tutti i quali sono arrivati altri interessanti spunti al dibattito. L'incontro ha visto la presenza del sindaco di Lentate sul Seveso, Rosella Rivolta. Nel suo intervento iniziale ha sottolineato l'importanza della prevenzione e di come la corruzione distrugga il mercato, creando problemi per la libera circolazione dei beni.

In sala erano presenti diversi assessori. I problemi? Tanti, sottolineati dagli addetti ai lavori: regolamenti edilizi uno diverso dall'altro (regime suolo, rendita urbana); Scia o non Scia; troppi percorsi amministrativi, troppe circolari comunali (ma che il dirigente sente di dover fare per chiarire), deroghe, proroghe, sanatorie, procedimenti da 10 faldoni. Da parte dei corruttori c'è stato un riposizionamento dopo Mani Pulite e se «i politici pensano solo alla rielezione...».

La parola d'ordine alla fine dell'incontro è stata semplificazione: a Roma, nei capoluoghi di Regione, nei Comuni.

e.bronzo@ilsole24ore.com

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi