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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 13 febbraio 2014 alle ore 12:52.

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Dopo una lunga attesa e complesse trattative tra i due stati, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ieri in tarda serata ha firmato il decreto con il quale la Repubblica di San Marino viene espunta dalla "black list" fiscale italiana (elenco contenuto all'articolo 1 del decreto del ministro delle Finanze del 4 maggio 1999).

Si tratta di un passo fondamentale per la piena normalizzazione delle relazioni economico-finanziarie tra i due Paesi. Da parte italiana – si legge in una nota del ministero dell'Economia – vi era piena consapevolezza delle aspettative sanmarinesi ed è stato quindi assegnato carattere prioritario alla valutazione approfondita da parte della amministrazioni competenti, di tutti gli elementi che rilevavano al fine del percorso di eliminazione di San Marino dalla "black list". Elemento determinante per la valutazione italiana è stata la ratifica, il 3 ottobre scorso, della "Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali", nonché la realizzazione di numerosi interventi di adeguamento sostanziale del quadro normativa sammarinese ai più avanzati standard internazionali in materia di trasparenza e scambio di informazioni soprattutto in campo fiscale.

Ulteriore elemento determinante per la decisione del Governo italiano è stata l'approvazione, da parte delle autorità sammarinesi, di una importante riforma fiscale che persegue l'obiettivo di un recupero di efficienza nel prelievo tributario e lo avvicina a livelli adeguatamente congrui rispetto a quelli italiani. Il Governo italiano punta sul fatto che San Marino applicherà efficacemente le nuove normative, interne e internazionali e che la cooperazione in materia fiscale e finanziaria tra i due Paesi sia concreta ed efficace anche in vista di nuove iniziative bilaterali già in cantiere, segnatamente in campo economico e politico.

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