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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2014 alle ore 07:00.

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MILANO
Mentre l'Italia continua a ripensare le strategie per il rientro dei capitali – con l'abbandono del Dl 4/14 e il deposito, ieri, del secondo Ddl sul tema, sullo sfondo la perdurante assenza di un trattato bilaterale con Berna – la Svizzera accelera ancora sulla strada della trasparenza bancaria, funzionale alla sua aspirazione di uscire dallo status di paese black. Svizzera che, tra l'altro, si avvia a qualificare come reato prodromico al riciclaggio l'evasione fiscale se supera un limite soglia (300mila franchi).
Voluntary, il Ddl Capezzone
Numerosi e "mirati" gli interventi del presidente della Commissione finanze nella sua proposta di legge sulla voluntary disclosure, affondata martedì con il Dl 4/14. Le imposte dovute non sono più integrali, come nella versione originale, ma vengono dimezzate, salve le sanzioni sul monitoraggio fiscale. Il pagamento, poi, può essere rateizzato. Nella depenalizzazione da "disclosure volontaria" entrano, oltre alla omessa o infedele dichiarazione, anche i reati di frode in dichiarazione «con altri artifici» (articolo 3 del Dlgs 74/2000), mentre l'utilizzo di fatture o documenti per operazioni inesistenti (articolo 2) rimane reato, ma con pena ridotta fino alla metà. Il Ddl Capezzone recepisce in toto le richieste delle categorie sul ruolo del professionista e degli intermediari in materia di segnalazioni antiriciclaggio (esenzione totale nell'ambito della procedura di voluntary disclosure). Infine, cade l'effetto domino delle voluntary, considerato che le sanzioni da monitoraggio fiscale colpiscono solo il dichiarante e non eventuali terzi.
Svizzera, addio anonimato
Ieri il Consiglio degli Stati – l'equivalente del senato – ha approvato i provvedimenti sollecitati dal Gafi sui pagamenti in contanti e sull'anonimato della titolarità di azioni. In particolare salta l'anonimato per i detentori di azioni non quotate e al portatore se la partecipazione raggiunge o supera il 25% del capitale azioni o dei diritti di voto. Contestualmente la Camera alta ha fissato i limiti per i pagamenti in contanti a 100mila franchi (circa 82mila euro al cambio di ieri) – limite altissimo se paragonato a quello in vigore in Italia, 999,99 euro, ma che segna comunque una importante svolta culturale - e infine, non ultimo per importanza, ha stabilito un giro di vite sull'evasione fiscale. Accogliendo l'invito del governo, la soglia oltre cui l'evasione diventa "spia" di riciclaggio, reato punibile con tre anni di reclusione, sarà di 300mila franchi (circa 256mila euro). La norma si applicherà anche ai contribuenti esteri in difetto con la propria amministrazione fiscale. Il ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, ha sottolineato la necessità di adeguare la legislazione elvetica contro il riciclaggio per poter partecipare al prossimo esame tra pari ("Peer Review") del Global Forum. Le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore già verso la metà del 2015, ha ricordato la ministra.
La strada verso la trasparenza non finisce qui. Il senato di Berna (si veda il Sole 24 Ore dell'8 marzo) tra pochi giorni segnerà un altro capitolo nell'allineamento alle politiche del Forum globale per la trasparenza fiscale, votando una normativa a favore di tutti gli Stati esteri sulle "rogatorie raggruppate", accettando che, almeno in casi eccezionali, i contribuenti esteri non verranno più informati in anticipo dalle autorità svizzere.
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