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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 10:19.

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Ipotesi decreto legge sulla giustizia civile. Dopo l'incontro di ieri del tavolo a 3 gambe (ministero, avvocati, magistrati) prende corpo una soluzione d'urgenza per tradurre in un provvedimento d'urgenza i numerosi punti sui quali si registra un largo consenso. A questo punto il disegno di legge delega Cancellieri, tanto detestato soprattutto dagli avvocati, potrebbe nei fatti finire su un binario morto per lasciare il posto a un pacchetto di misure condivise da subito in vigore. A partire da una rafforzamento delle soluzioni alternative del contenzioso. che vedrebbero un maggiore coinvolgimento degli avvocati. Ma nel provvedimento potrebbe trovare posto, per venire in contro alle sollecitazioni di chi invita a scommettere per una volta anche sul profilo organizzativo, misure per fare decollare l'ufficio del processo.

Un metodo che, come conferma Renzo Menoni, presidente delle Camere civili, presente ieri pomeriggio alla riunione in via Arenula, «potrebbe anche farci superare la tradizionale avversione a misure emergenziali in una materia tanto delicata. Il ministro Orlando sta dimostrando una vera attenzione all'avvocatura. Ma non solo. Avere coinvolto anche la magistratura sui temi concreti della giustizia civile ha senz'altro un valore importante».
Nicola Marino, presidente dell'Oua, alla fine giornata, ha espresso innanzitutto un giudizio positivo per la «forte convergenza di posizioni tra avvocatura e magistratura già nella riunione preliminare. Una novità che rompe le vecchie barriere del passato e che crediamo sia la base di una nuova stagione di riforme condivise. Il confronto continuerà anche nelle prossime settimane».

Nel merito, Marino ha ricordato, quindi, alcuni dei nodi affrontati: «Abbiamo precisato ulteriormente il nostro no all'obbligatorietà della procedura di conciliazione preliminare e all'ipotesi di gratuità della prestazione del legale. Abbiamo confermato il nostro sì all'arbitrato endoprocessuale sui giudizi pendenti e alla positiva valorizzazione del ruolo dell'avvocato per ridurre il contenzioso». Forte l'accordo, ricorda Marino, anche con i magistrati sulle necessarie modifiche al disegno di legge Cancellieri. Motivazione a pagamento e responsabilità solidale del difensore nelle cosiddette liti temerarie, per citare alcuni dei nodi irrisolti, sono punti sui quali anche il ministro ha confermato la disponibilità a una seria revisione.

Maggiori invece restano le distanze sul fronte del possibile innalzamento di competenze per i giudici di pace. Al ministero ci si sta pensando seriamente, ma dall'avvocatura arrivano forti perplessità: si sgraverebbero sì i giudici togati, ma il rischio è quello di un aumento del contenzioso in appello.
Semaforo decisamente verde anche da parte del Cnf che mette in evidenza, oltre al cambio di passo sul metodo, anche i vantaggi per il sistema giustizia dell'introduzione di misura alternative al processo in tribunale, come la negoziazione tra le parti assistita dagli avvocati, la previsione di Camere arbitrali.

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