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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 11:46.

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La scelta del Comune di non applicare la Tasi sulle abitazioni locate chiude il discorso sia per il proprietario che per l'inquilino dell'immobile. Per determinare la corretta aliquota Tasi da applicare, infatti, si deve fare riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale e non a quelle dell'occupante, come afferma la risposta n. 13 contenuta nelle Faq delle Finanze del 3 giugno 2014 (si veda anche l'Esperto risponde del 9 giugno scorso).

Nel caso in cui il proprietario di un immobile l'abbia concesso in locazione a un soggetto, persona fisica, che vi risiede e dimora, è evidente che quel fabbricato per l'inquilino costituisce abitazione principale, mentre per il proprietario è semplicemente locato. Il problema si potrebbe porre, allora, in tutti quei casi – e non sono pochi – in cui il Comune abbia fissato l'aliquota della Tasi allo zero per mille per gli immobili locati e al 2,5 per mille quella per l'abitazione principale: in questo caso, secondo l'impostazione delle Finanze, l'aliquota Tasi da applicare andrà individuata prendendo come riferimento la situazione del proprietario, per il quale l'aliquota è zero. Di conseguenza, anche l'aliquota dell'inquilino sarà zero. E quindi verrà di fatto disinnescato il comma 681, dell'articolo 1, della legge di stabilità 2014, che dispone che in presenza di unità immobiliare occupata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale, «l'occupante versa la Tasi nella misura, stabilita dal comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il 30 per cento dell'ammontare complessivo della Tasi».

Le Finanze fanno un'affermazione che serve da guida anche per altri casi dubbi, sostenendo che «le disposizioni appena richiamate portano a concludere che l'imposta complessiva deve essere determinata con riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale e successivamente ripartita tra quest'ultimo e l'occupante sulla base delle percentuali stabilite dal comune». In pratica, la condizione di titolare del diritto reale dovrebbe essere prevalente rispetto a quella di occupante anche quando le due caratteristiche coesistono nello stesso soggetto. Si pensi a una seconda casa in comproprietà tra tre fratelli, uno dei quali l'ha presa in locazione dagli altri due: quest'ultimo soggetto non dovrà pagare la quota a carico dell'inquilino, perché la qualifica di proprietario – per lui – prevale su quella di occupante.

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TAG: Fisco

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